“Non è un problema di nomi: la questione è politica”, afferma Latorre, “dobbiamo decidere se rompere o no con Vendola”. Parole senza mezzi termini, che sembrano delineare un percorso unico: l’isolamento del governatore pugliese. Martedì, infatti, si terrà un'altra riunione fondamentale, quella dell’Udc tra Casini, Cesa e la segreteria regionale del partito. Per i democristiani, i quali nelle ultime ore stanno vivendo il distacco dalle loro posizioni di Io Sud, si tratterebbe di un momento utile per tirare le conclusioni. Di conseguenza, eliminare il leader di Sinistra Ecologia e Libertà per il Pd rappresenterebbe l’uscita definitiva dal contesto di profondo stallo.

“Siamo in una situazione non facile, dinanzi a noi abbiamo due opzioni”, aggiunge Nicola Latorre, “o decidiamo di considerare essenziale il rapporto con Vendola: allora si può andare alle primarie o cercare un accordo con lui. Oppure stabiliamo che vogliamo cambiare rotta, e allora la rottura con Vendola appare inevitabile”.
La seconda ipotesi sembra farsi sempre più strada. Il passo indietro di Emiliano sulle primarie ha ricacciato il partito nella confusione, perché altri candidati disposti a scontrarsi con il presidente della Regione Puglia non se ne trovano.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Francesco Boccia, unico nome alternativo a quello del sindaco di Bari e particolarmente gradito all’Udc, pare non voglia dar vita a una seconda edizione della corsa a due, già realizzata nel 2005.
“Si torna quindi al punto di partenza”, sottolinea il senatore Latorre, “il problema non è sui nomi, ma puramente di scelta politica”.

Un candidato alla presidenza pugliese del Partito democratico, su cui far convergere anche Idv e Udc, sembra una soluzione più che efficace. Appunto.

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