Per smentire di aver rotto sulla loro richiesta di raddoppio degli assessorati, ieri il Psd'Az, pur senza dichiarazioni ufficiali, e i Riformatori, con Michele Cossa, hanno spiegato che il documento non era di rottura e che anzi proponeva un dialogo contro «la crisi strisciante». Cappellacci, che giovedì a tarda sera aveva anticipato le sue mosse agli assessori tecnici, ha invece preferito rompere gli indugi di una verifica durata, per colpa di tutti, sin troppo. La crisi è esplosa quasi in diretta ieri mattina in Consiglio regionale. La seduta obbligatoria prevista dallo Statuto (il primo di ottobre come il primo di febbraio) non si è tenuta per mancanza del numero legale. L'opposizione, letti gli articoli sui giornali, ha chiesto che il presidente riferisse in aula, ma Cappellacci non si è presentato. Ma aveva già fatto sapere che avrebbe ritirato le deleghe a fine mattinata.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Cappellacci ha anche annullato un incontro con il ministro della Salute in programma lunedì nell'isola, mentre ha poi annunciato per martedì l'arrivo del ministro dell'Interno sul caso degli attentati ai sindaci. E' probabile, almeno così si vociferava ieri sera, che prima della visita di Maroni sia già in carica la nuova giunta.  Sempre martedì è in programma la seduta del Consiglio per gli Stati Generali dell'isola sulle riforme: la presidente Claudia Lombardo (si è rotto il feeling con il governatore) la vuole confermare a tutti i costi, ma è possibile che Cappellacci non possa essere presente per via dell'incontro con Maroni. Anche questo è motivo di tensione nel centrodestra. Tensione già alle stelle tanto che sono in molti a temere lo scioglimento anticipato dell'assemblea.

La mossa di Cappellacci non ha sorpreso il coordinatore del Pdl, Mariano Delogu. «L'azzeramento della giunta - ha detto - è un passaggio obbligato» per avviare il rimpasto, e nel contempo serve ad accelerare la verifica di governo. Questo fatto, peraltro nel pieno dei poteri del presidente, taglia corto la discussione sugli interessi di gruppi o di posti desiderati, più che su quelli della Sardegna e dei sardi». Totalmente d'accordo con Cappellacci si è mostrato il segretario dell'Udc, Giorgio Oppi, che ha rotto l'asse preferenziale con Psd'Az e Riformatori. «Ora - ha detto Oppi - la palla passa ai partiti della coalizione che dovranno incontrarsi e verificare se ci sono le condizioni per andare avanti, se no l'alternativa sono le elezioni anticipate».

Tra oggi e domani Cappellacci dovrebbe condurre consultazioni separate per arrivare lunedì con una proposta prendere o lasciare. Viene dato per scontato che a questo punto il presidente confermi la sua proposta sinora rifiutata dagli alleati: 5 posti al Pdl, 5 agli alleati, 2 tecnici (Andrea Prato e Ketty Corona). Per il Pdl sono scontati i rientri di Giorgio La Spisa e Antonello Liori (di fatto gli unici politici della vecchia giunta) e si parla di Nicola Rassu (Sassari), Oscar Cherchi (Oristano) e un ballottaggio tra Nuoro (Pietro Pittalis o Silvestro Ladu) e la Gallura (Matteo Sanna).  L'Udc confermerebbe due posti: il segretario Oppi e il capogruppo Sergio Milia. Entrerebbe il capogruppo anche per il Psd'Az, Giacomo Sanna, ai Trasporti dopo dieci anni. Mistero fitto sul posto dei Riformatori, non si esclude la conferma di Sebastiano Sannitu. Ci sarebbe poi il posto per Mario Floris, leader dell'Uds. Sempre che la giunta si faccia davvero, dato che le minacce di un Cappellacci molto teso e provato da un'esperienza politica sinora non esaltante e turbata dall'inchiesta giudiziaria, non sembrano solo tattiche.

http://lanuovasardegna.gelocal.it/dettaglio/regione-cappellacci-apre-la-crisi-aumenta-il-caos-nel-centrodestra/2452804