La resistenza è organizzata con i mezzi più arcaici ed immediati del nostro secolo: dal pianoforte alla chitarra, dal respiro al rumore elettrico/elettronico come dal verso scritto alla parola urlata, come dire dalle pitture rupestri al concettualismo più arduo, o dall'avant-rock alla musica classica contemporanea alla techno/house più becera, dal bacio in bocca al calcio in culo, etc...

E' questa sinergia che dà forza alla resistenza: musica + testi + immagini. E così i luoghi dell'azione sono volutamente infiniti: dalla galleria d'arte newyorkese allo squat bosniaco, dal museo tedesco al club giapponese, dal teatro francese al bar andaluso.

Il PUTAN CLUB rivendica un'azione bakuniniana di agit-prop. ... hey baby, it's subversive ...