che da tempo si dedica alla scultura promuovendo tra alcuni giorni a  Manfredonia una  mostra in cui la sua arte si trasforma in un omaggio alla sua  terra, e a coloro che sono stati i nostri progenitori i “Dauni", antica popolazione abitante nella parte settentrionale della Puglia, anticamente chiamata Daunia, e che oggi coincide approssimativamente con la Provincia di Foggia.

L'artista scopre involontariamente questa passione, quando in aeroporto per puro caso trova una scheggia di ardesia, roccia metamorfica, impiegata in vari settori. Di lì inizia un lungo percorso che lo porterà ad uno stage in Liguria, regione in cui sono presenti varie cave di ardesia;  da qui, dopo varie esposizioni torna a San Giovanni Rotondo, dove si diletterà a ricavare proprio dal Gargano quelle tipiche pietre su cui la sua mano inciderà per omaggiare il popolo dei  Dauni; opere scolpite su pietre locali a sancire il legame profondo con le proprie radici; volti scolpiti su blocchi di pietra naturali lasciati lì dalla natura che ne offre come dono a chi possa darne il giusto valore, senza  violentarne la naturale imperfezione.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Cornici in ardesia e oggettistica varia, pietre carsiche garganiche, pietre  depositate sul fondo del lago di Varano per poi ritrovarle improvvisamente invecchiate dalla natura selvaggia, semplici pietre su cui il tempo lascia la sua  impronta quasi a sigillo di una natura non governabile dalla mano umana, ma  che solo amanti di essa stessa e  della sua ricchezza riescono ad apprezzarne  e a farne risaltare il giusto valore; ed è così che nella  scultura su pietra di  Pasquale Canistro vi ha trovato la sua giusta collocazione.

La  mostra, presentata dalla Provincia di Foggia, Assessorato al Turismo, associazione P.A.S.E.R. di protezione civile e volontariato e dalla Città  di Manfredonia, sarà inaugurata martedì 15 dicembre alle ore 19.30 presso  Palazzo dei Celestini e sarà visitabile dal 15 al 23 dicembre 2009 dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.30.

Un evento artistico irripetibile per la città, denso di significati che oltrepassano  l’intrinseca eccellenza della sua tecnica nel progettare l’opera in  sè, ma avvalendosi di quella portata storica e antropologica del territorio di Capitanata, attraverso cui  Pasquale Canistro ha omaggiato il popolo dei dauni, ricordando  che l’arte è di tutti ed è rivolta a tutti, in particolar modo quella che ci  appartiene e nel contempo costruisce la nostra identità.

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