Sempre domenica, ma dalle ore 11, avrà inizio l’asta per il tartufo bianco. A mezzogiorno, la degustazione-aperitivo precederà il pranzo “Alla scoperta dei vecchi e dei nuovi sapori”. Nei boschi circostanti il paese si trova soprattutto il tartufo nero, una varietà che può arrivare a costare fino a 100 euro al chilo. Il tartufo nero, detto anche “scorzone”, ha un sapore forte, con un retrogusto intenso e prolungato, una vera delizia per i palati ‘educati’ alla salubrità e alla veracità dei sapori. A questa tipicità rosetana e dei Monti Dauni, Roseto Valfortore dedica ogni anno la sagra che si è tenuta il 7 agosto e la rassegna che si svolgerà sabato 17 e domenica 18 settembre. Lo scorso anno, alla gara tra i migliori cani cercatori di tartufo, parteciparono 180 esemplari guidati dai loro padroni provenienti da ogni parte d’Italia.

A vincere il concorso fu “Cicca”, un cane da tartufo col fiuto particolarmente sensibile. Negli anni, il tartufo a Roseto Valfortore ha creato una discreta economia: è sorta anche un’azienda a conduzione familiare che vende il prodotto in Umbria dove il tartufo viene poi utilizzato per la produzione di creme, polenta, salumi e formaggi aromatizzati. Diversi rosetani, inoltre, hanno acquisito il tesserino nazionale di “tartufaro” professionista. Il periodo di maturazione dei Tuber aestivum, inizia da maggio e si protrae fino all'autunno inoltrato. Naturalmente, i primi esemplari della stagione potranno avere una polpa che, essendo meno matura, sara piu chiara, con aspetto marmorizzato, mentre con l'inoltrarsi della stagione, a maturazione giusta virerà sul bruno. La sua scorza è ruvida e verrucosa, di colore nero. Il suo sviluppo si associa spesso con piante di roverella, quercia e cerro, ma anche carpino e nocciolo. La sua grandezza varia da quella di una noce, ma non è raro rinvenire esemplari anche di una discreta grandezza, a forme di un chilogrammo e oltre.