La rappresentazione racconta la storia di due giovani, Taborre e Maddalena, che il fato ha destinato a due vite diverse. Scappano dal loro amore impossibile e trovano riparo in una radura del Gargano, in casa di un vecchio pastore, costruita intorno a un albero di pere. Nell'incontro silenzioso dei tre personaggi, il pastore offre ai due ragazzi un frutto e da lì comincia la narrazione.

Il lavoro nasce dall'incontro di un attore ed un musicista che, ritrovatisi intorno ad una tavola imbandita con cibi semplici, un piatto di grano cotto con il pomodoro, del pane, un bicchiere di "mieru", pecorino e pere, hanno cominciato a raccontarsi, facendo dei piccoli suoni della tavola musica e parole.
Il risultato è un viaggio fantastico in cui la contemporaneità si incontra con leggende e aneddoti gustosi, in un gioco linguistico che diventa musica e si abbandona alla fascinazione della parola, riscoprendo un'arte «un tempo assai familiare alla nostra cultura, ormai trascurata se non del tutto dimenticata».

Cogliendo le tendenze degli ultimi anni, che vede una rinnovata abitudine al convivio e alla riscoperta della nostra cultura enogastronomica, la Ghironda ha deciso di abbinare allo spettacolo, già di per sé colmo di riferimenti al cibo, una proposta culinaria studiata ad hoc dal Nausikaa: una serata, quella di domenica 26 febbraio, pensata per vivere un'esperienza artistica che accenda i sensi, che sperimenti quel binomio tra cibo e teatro, nutrimento per il corpo e per l'anima.