Molto piatto è stato il discorso tenuto dal sindaco di Monte, Andrea Ciliberti, il quale ha ringraziato i presenti e ha abbozzato ad una cronistoria della faida, senza mai sbilanciarsi e senza mai fare nomi “pensanti”.

Subito la parola è passata a Nichi Vendola, il quale ha avuto molta enfasi e non si è risparmiato da fare i nomi dei pezzi da novanta dei Libergolis e Romito, dando la sua interpretazione personale alla manifestazione e decretando il nome “faida” inadeguato alle manifestazioni di criminalità efferata avvenutasi sul territorio Garganico, nominando gli accaduti senza molti fronzoli Mafia.

Il terzo interlocutore è stato il presidente provinciale Pepe, il quale ha espresso dei concetti basilari. La parola è passato al vescovo sipontino Michele Castoro che ha espresso il modo di vedere la criminalità da parte della Chiesa. Ultimo a salire sul palco è stato don Ciotti che ha promosso come esempio le nuove generazioni, capaci di sensibilità importanti, sconosciute al mondo degli “adulti”, ormai troppo incastonati nelle logiche del servilismo e del clientelismo. Il presidente di “Libera” ha inoltre spronato tutti alla ricerca e all’esplicazione, sempre e comunque della sola verità, vera portatrice di gioia, unico simbolo dell’esser vivi. Nel suo discorso, sempre enfatico e commovente, don Ciotti ha voluto sul palco il mini sindaco della cittadina garganica a cui ha spiegato che, purtroppo, i comportamenti mafiosi sono radicati all’interno di noi in maniera talmente forte che possiamo riconoscerli anche all’interno delle nostre famiglie, che con la mafia non hanno niente a che fare.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Per combattere questo cancro sociale, continua il sacerdote, non dobbiamo iniziare a pensare in modo responsabile per il nostro territorio, per la nostra stessa vita.

Peccato per la scarsa partecipazione da parte della cittadinanza montanara. La maggior parte di coloro che facevano parte del corteo venivano da “fuori” ed erano visti in maniera “scocciata” da parte della popolazione cittadina che forse per paura o perché non ha capito il fine positivo di questa giornata non si è accodata al corteo. Ciò significa che molto ancora si può e si deve fare per combattere l’omertà della nostra gente.

La manifestazione è continuata con un concerto di band locali.

Domenico Maria Mascolo http://www.sannicandro.org