Con il decreto Milleproroghe sono stati sottratti 18 milioni (2 per la Puglia), mettendo in salvo le emittenti dei partiti, da Red tv (Pd) a cui sono andati 4 milioni, a Libera tv (Italia dei Valori) che ne ha ricevuti 2. Al settore, inoltre, mancano le risorse del fondo per l’emittenza televisiva — erogato dal ministero dello Sviluppo economico attraverso i Corecom e i cui senso è nella legge 422 del ’93 che destinava alle tv locali una quota pari a un terzo del canone Rai che i cittadini versano allo Stato— che, sino all’anno scorso, ammontava a 150 milioni ogni 12 mesi (18 milioni per la Puglia) ma che prevede, per il triennio prossimo, una diminuzione di 165 milioni (circa 17 milioni per la Puglia) in base alla scansione delle annualità: 130 milioni per il 2010, 60 per il 2011 e 95 per il 2012. Perplessità per il contenuto della decisione del governo è stata espressa da Pietro Pepe, presidente del Consiglio regionale pugliese. «Le televisioni e le radio locali — ha detto Pepe — hanno contribuito a dar voce ai cittadini e hanno aiutato la nascita di piccole e medie aziende che rappresentano il fulcro dell’economia pugliese e meridionale.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Tante aziende sono nate e hanno occupato quote crescenti di mercato grazie alla promozione e all’aiuto del sistema informativo. I parlamentari pugliesi facciano sentire fortemente la propria voce per cercare di sanare la gravissima situazione che si è determinata». Negativa la valutazione di Aldo Pugliese, segretario generale della Uil regionale, che si schiera contro «la discutibile scelta del governo di tagliare i finanziamenti a televisioni e radio locali». «È uno schiaffo gratuito alla libertà di stampa e alla pluralità d’informazione — ha aggiunto Pugliese — che non tiene minimamente conto delle possibili, negative ricadute sul piano occupazionale. Stesso discorso per le riduzioni dei fondi destinati alla carta stampata, che dimostra come in questo Paese solo chi ha la grande informazione dalla sua parte può dire e fare quello che gli pare. Tutti gli altri, quelli che danno voce a quanti altrimenti non potrebbero mai esprimersi, non contano nulla. Al punto da essere bistrattati e cancellati».

Vito Fatiguso - Corriere del Mezzogiorno