Disturbi Disfunzionali dell’ATM: diagnosi, bite e osteopatia secondo l’odontoiatra Emilio Nuzzolese
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- By DentaNext
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Cos’è la Sindrome di Costen e i Disturbi dell’ATM (articolazione temporo-mamdiobolare)
I Disturbi Disfunzionali dell’Articolazione Temporo-Mandibolare, in passato definiti Sindrome di Costen, comprendono una varietà di disfunzioni che coinvolgono i rapporti articolari, muscolari e posturali della mandibola. L’articolazione temporo-mandibolare (ATM), situata davanti all’orecchio, permette di aprire, chiudere e spostare la bocca, coordinando funzioni essenziali come masticazione, fonazione e deglutizione.
“Quando l’ATM si altera,” spiega l’odontoiatra Emilio Nuzzolese, “l’intero sistema neuromuscolare ne risente. Ne possono derivare dolore, tensione e disturbi anche a distanza, come cervicalgie o acufeni.”
Sintomi principali
I disturbi dell’ATM possono manifestarsi con: dolore facciale o auricolare; difficoltà nell’apertura o chiusura della bocca; rumori articolari, “click” o blocchi temporanei; cefalee da contrattura; vertigini, senso di instabilità o acufeni; rigidità cervicale e dolori posturali.
“Il sintomo iniziale più comune è il dolore,” osserva Nuzzolese, “ma spesso la disfunzione si estende anche ai muscoli cervicali o posturali, rendendo fondamentale una valutazione globale.”
Le cause: un equilibrio complesso
Le cause dei Disturbi Disfunzionali dell’ATM possono essere molteplici: “Tra le più ricorrenti troviamo la malocclusione dentaria, il bruxismo, lo stress cronico e le posture scorrette” spiega Nuzzolese. “In altri casi si tratta di adattamenti muscolari, traumi o problematiche che coinvolgono la colonna e il bacino.”
In generale, è l’alterazione della sinergia tra mandibola, cranio e muscoli masticatori a generare dolore e disfunzione.
Diagnosi: dalla stratigrafia alla pedana posturale
La diagnosi di una disfunzione all’ATM inizia con una visita odontoiatrica con valutazione della muscolatura masticatoria e delle funzionalità delle articolazioni della bocca. Si tratta di una visita gnatologica che può richiedere alcuni esami strumentali: esami radiologici, come la stratigrafia dell'ATM e la TAC, la risonanza magnetica, spiega Nuzzolese.
Un altro strumento diagnostico sempre è la pedana posturale, che analizza le variazioni dell’equilibrio corporeo e le alterazioni della postura.
“La pedana ci permette di osservare come la mandibola influenzi la postura,” continua Nuzzolese. “In un approccio interdisciplinare, il confronto con fisioterapisti e osteopati consente di impostare un piano terapeutico completo e mirato.”
Terapie: bite dentale, laser e osteopatia
Il trattamento dei disturbi dell’ATM è multifattoriale e personalizzato, e nella maggior parte dei casi non invasivo.
“Il bite dentale rappresenta la terapia più utilizzata,” spiega Nuzzolese. “Si tratta di una placca modellata sull’impronta dentale del paziente, pensata per rilassare la muscolatura e ristabilire un corretto equilibrio mandibolare e articolare”
Esistono diversi tipi di bite, che devono essere prescritti e realizzati solo da un odontoiatra esperto in gnatologia, poiché ogni paziente necessita di un approccio specifico: Bite morbido o rigido (a seconda della contrattura muscolare); Bite superiore o inferiore (in base alla posizione occlusale da realizzare); Bite di stabilizzazione (utile per ridurre tensioni muscolari e dolori); Bite di riposizionamento (indicato in presenza di dislocazioni o incoordinazioni articolari da sorvegliare per 6-8 mesi). La scelta del bite più adatto richiede una diagnosi accurata perché un dispositivo errato può aggravare la sintomatologia invece di migliorarla.
Oltre al bite, possono essere consigliati dopo un approfondimento medico: fisioterapia mandibolare e cervicale; farmaci antinfiammatori o miorilassanti; terapia laser a diodi con fotobiostimolazione per ridurre l’infiammazione; osteopatia, che lavora sul riequilibrio cranio-cervicale e favorisce il rilascio delle tensioni miofasciali.
Solo nei casi più gravi si ricorre alla chirurgia maxillo-facciale.
Prevenzione: riconoscere i segnali del corpo
“Dolori alla mandibola, tensioni cervicali o vertigini ricorrenti non devono essere ignorati,” conclude Nuzzolese. “Una visita precoce dallo *gnatologo* permette di intervenire prima che il disturbo diventi cronico.”
I Disturbi Disfunzionali dell’ATM testimoniano quanto una piccola articolazione possa influenzare l’intero equilibrio corporeo e come eventuali traumi diretti o indiretti sulla testa possano slatentizzare fragilità articolari. Il prof. Nuzzolese consiglia una visita odontoiatrica appronfondita quando si manifestano con troppa frequenza mal di testa, dolori alla schiena e rumori nelle orecchie mentre di mangia. “Mandibola, cranio e postura lavorano insieme: riequilibrarle significa prendersi cura di sé.”