La decisione presa dall’amministrazione comunale all’unanimità durante lo scorso consiglio, si è ritenuta necessaria dopo che, lo scorso maggio, i Nas e l’Asl avevano dichiarato la piazza storica sita in posizione centrale inadeguata poiché non rispondente ai requisiti igienico-sanitari. Una situazione, in realtà, esistente da molti anni e che solo questa amministrazione ha deciso di risolvere. O, per meglio dire, usando le parole del sindaco Emilio Romani, che l’Asl e i Nas hanno deciso di interrompere. Insomma, una scelta obbligata ma non condivisa dal centrosinistra, che invece avrebbe preferito che il mercato fosse o trasferito solo momentaneamente, per poi tornare nella sua collocazione storica, oppure che lo fosse definitivamente ma in un altro luogo. Per esempio Cala Fontanelle, più vicino al centro della città rispetto alla più periferica via Veneto. In tutto ciò, però, sono i commercianti ambulanti ad aver subito la peggio. Questi, infatti, sono stati trasferiti (ad oggi sono ancora in Piazza XX Settembre in attesa che il Tar, a cui sembra siano ricorsi, si esprima) in via Pisonio, in attesa che i lavori di adeguamento di via Veneto, nuova area mercatale della città, siano terminati (non prima di 2 mesi). La nuova sistemazione non è piaciuta a quasi tutti i commercianti interessati né a molti cittadini che, per lo più anziani, per la maggiore distanza non possono recarsi a fare la spesa a piedi al mercato. L’assessore al commercio, Giuseppe Albanese, però ha tranquillizzato tutti ricordando che esistono “150 servizi per i residenti del centro murattiano”. Nonostante ciò, il capogruppo Pd in consiglio comunale, Giampiero Risimini, ha chiesto le dimissioni dell’assessore.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Ma il tema che più di tutti ha scaldato negli ultimi giorni gli animi degli uomini di maggioranza è quello di Piazza Vittorio Emanuele. Il “borgo”, infatti, ormai da più di un anno è un cantiere aperto.
Piccola cronistoria: il progetto originario che riguardava la centralissima piazza era stato presentato dalla scorsa giunta di centrosinistra. I lavori, però, sono stati avviati dall’attuale amministrazione. Quest’ultima, però, ha effettuato alcune modifiche al progetto rispetto a quello iniziale; il tutto per risparmiare, a detta dell’assessore ai lavori pubblici, Alberto Pasqualone, circa 1 milione di euro. Avviati i lavori (nuovo impianto di illuminazione, fogna bianca, ripavimentazione) nella prima parte dello scorso anno, ad oggi non sono ancora conclusi. In realtà qualche mese fa il “borgo” è stato riaperto. Pochi giorni dopo, però, il disastro è apparso evidente: cedimento del basolato, mattonelle saltate e manto stradale sprofondato laddove il transito delle autovetture è permesso. A questo punto il centrosinistra, per bocca di Risimini, ha chiesto le dimissioni dell’assessore, invitando il sindaco Romani a chiedere scusa ai cittadini. Nel frattempo (siamo all’inizio di gennaio 2010), però, Pasqualone, dopo aver inizialmente negato ci fossero stati problemi nei lavori, ha deciso di cantierizzare nuovamente la piazza. Stesso progetto, stessa ditta; nuovamente parte della piazza chiusa al traffico. Ad accompagnare tale parziale ammissione di colpa, la nuova richiesta di dimissioni da parte di Risimini. Ma, per Pasqualone e Romani la colpa è stata del direttore dei lavori, Arch. Cucciolla, e della ditta subappaltatrice; loro hanno eseguito male i lavori. (Altra causa, stavolta riconosciuta da tutte le parti politiche, del disastro del “borgo”, è stata quella di aver riaperto al traffico troppo frettolosamente il tratto di strada circostante il Borgo. Riapertura sollecitata dalle pressioni dei commercianti della zona, i quali, senza dubbio, sono stati penalizzati dalla situazione).

L’ ultimo atto di questa incredibile vicenda si è consumato venerdì scorso quando, in occasione di una riunione della maggioranza, è sorto un diverbio tra Pasqualone e il collega, assessore all’urbanistica, Pietro Barletta. Qual è il motivo scatenante? Pasqualone avrebbe chiesto, in vista dell’imminente approvazione del bilancio preventivo del 2010 (sabato in consiglio comunale), che fosse destinata una consistente cifra (si parla di circa 1.800.000 euro) per il rifacimento dei pannelli di piazza Vittorio Emanuele. L’assessore Barletta sembra non abbia apprezzato la proposta e, dopo scambi verbali molto accesi, pare ci sia stato pure uno scontro fisico. La minoranza, stavolta per bocca del segretario del Giovani Democratici, Giacomo Ferrarese, ha rinnovato la richiesta di dimissioni all’assessore Pasqualone. Sull’episodio il sindaco, invece, attraverso “Monopolitube”, ha dichiarato : “Onestamente io non c’ero. Ero a Roma […] Non ho molto approfondito perché credo che qualche volta il dibattito possa diventare anche abbastanza vivace purché non si superino certe soglie. Posso dirti solo che per loro fortuna io non c’ero. […] Fino a quando ci sarò io la civiltà nei comportamenti e l’educazione - per quanto mi risulti che non è che sia successa chissà poi che cosa di diverso - devono sempre mantenersi nei limiti. Quindi io voglio inserirla in un canovaccio di questioni ovviamente deprecabili, e voglio dirlo così, con una battuta. La loro fortuna è che io non c’ero”.
A complicare la situazione nel centrodestra, intanto, c’è pure la campagna elettorale: secondo le indiscrezioni di “Fax”, la Puglia Prima di Tutto, partito che vanta due assessori e cinque consiglieri, se l’Udc locale non chiarirà la sua posizione (se, cioè non uscirà dall’ambiguità di essere al governo della città affianco del Pdl e, allo stesso tempo, in ottica regionale a sostegno della candidata Io Sud-Udc Poli Bortone, rivale di Palese alla Regione) minaccia di non votare il bilancio 2010 in discussione nel consiglio comunale di sabato 6 marzo.

Petrolio in sospeso: Romani all’inferno, Tanzarella in paradiso.
Il Tar di Lecce la settimana scorsa ha sospeso l’efficacia del decreto ministeriale del 15 ottobre 2009 con cui veniva espresso giudizio positivo circa la compatibilità ambientale della fase preliminare del progetto presentato dalla società petrolifera londinese Northern Petroleum relativo al permesso di ricerca di idrocarburi dinanzi alle coste pugliesi. Il ricorso al Tribunale Amministrativo era stato presentato nel gennaio dal comune di Ostuni, con l’intervento ad adiuvandum del comune di Fasano e della regione Puglia. Si tratta di un provvedimento che, di fatto, sospende le autorizzazioni per le trivellazioni nelle acque pugliese.

Dopo la notizia si è sollevato un polverone: il centrosinistra ha evidenziato le colpe dell’amministrazione nell’aver deciso di non ricorrere al Tar, ma di delegare tale scelta alla Regione (il ricorso presentato dalla regione Puglia verrà esaminato l’11 marzo dal Tar del Lazio che, quasi certamente, girerà i documenti, per incompetenza territoriale, al Tar di Lecce); dall’altra parte il sindaco Romani ha fatto sapere di aver già scritto al ministro Scajola affinché quest’ultimo si impegni a non firmare altri decreti del genere. Inoltre, il primo cittadino monopolitano ha ribadito che si tratta solo di una sospensiva. Insomma, solo un piccolo passo per il momento. D’accordo su questo punto, ma esclusivamente su questo, anche il Comitato “No Petrolio Si Energie Rinnovabili” che esprimendo contentezza per la decisione del Tar, ha rivendicato le proprie ragioni a riguardo ed ha polemizzato con Romani: “Ora dovrebbe convocare i cittadini e spiegare loro perché non ha presentato ricorso” ha detto il portavoce del comitato Giuseppe Deleonibus, che poi ha aggiunto ironicamente: “Il plauso va fatto al sindaco, però non a quello di Monopoli, bensì a quello di Ostuni”.

MASSIMO GALANTO -
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