Dietro tutte le altre, a conferma di quanto il settore dell’eolico stia diventando il vero traino dell’economia rinnovabile del Sud Italia. Per ciò che riguarda, invece, il numero complessivo di impianti eolici su tutto il territorio pugliese, nel 2008 sono stati 57 quelli censiti da Anev e Enea, con una potenza generata di 946 MW.

Gli investimenti e le autorizzazioni
Nella regione gli investimenti sono sempre in crescita, come dimostrano le numerose richieste di autorizzazione alla costruzione di nuovi impianti. I dati più aggiornati sempre forniti da Terna, infatti, confermano il grande sviluppo che l’eolico pugliese avrà anche per il 2010. Basta considerare che al 28 febbraio di quest’anno le richieste valide per la connessione di impianti eolici sul territorio regionale sono state 486 per una potenza di 30834 MVA. Un numero così imponente di concessioni già autorizzate non si è registrato in nessun’altra regione d’Italia. A dividere il secondo e terzo posto del “podio” delle autorizzazioni degli impianti eolici sono solo altre due regioni del Sud: la Sicilia con 208 autorizzazioni da 12960 MVA, e la Campania con 250 richieste per una potenza di 10293 MVA.

Lo sviluppo dei prossimi anni e l’occupazione
Energia  elettrica
Un ottimo traguardo che di sicuro porterà la Puglia a investire, anche per i prossimi anni, sempre di più in un comparto tanto strategico. Gli amministratori pugliesi e la nuova giunta Vendola bis, sanno ora di avere tutte le condizioni favorevoli per fare, entro il 2020, dell’eolico il vero traino della ricchezza e dell’occupazione verde della regione. A confermarlo le stime dell’Anev che, in collaborazione con Uil, ha previsto dal 2008 al 2020 un potenziale di crescita per l’eolico della regione, in termini di potenza generata e di occupati nell’indotto, pari rispettivamente a 2070 MW e 11.714 lavoratori. Di questi ultimi, saranno 2463 gli occupati diretti, mentre a lavorare nel settore dell’eolico come occupati “indiretti” saranno in 9.251. Stime che consentono alla Puglia, ancora una volta, di conquistare il primo posto anche in termini di prospettive di sviluppo occupazione futuro nel campo dell’energia del vento. Solo per avere un’idea, infatti, scorrendo i dati Anev-Uil, entro il 2020 la seconda regione d’Italia a crescere maggiormente nell’eolico sarà la Campania con “soli” 8.738 occupati e 1.915 MW di potenza istallata. Per ciò che riguarda, invece, la potenza generata negli impianti pugliesi, questa rappresenta attualmente, sempre secondo i dati Anev relativi al 2008, circa il 45,7% di quella che potrà essere generata da qui a dieci anni. Un risultato particolarmente felice se messo in relazione a dati Anev relativi alla crescita, in percentuale dell’energia prodotta grazie al vento in Puglia tra il 2007 e il 2008, che ha fatto registrare un + 38%.

{affiliatetextads 1,,_plugin}La tutela dell’ambiente e del territorio
Uno sviluppo, quello dei parchi eolici in Puglia, che però ha da sempre incontrato le resistenze degli ambientalisti preoccupati soprattutto del grande impatto ambientale e paesaggistico dei parchi eolici nella regione. Proprio al fine di compensare la tutela del territorio e lo sviluppo di questa energia rinnovabile, la Regione ha da subito pensato a un monitoraggio sui progetti presentati, con l’obiettivo fondamentale di evitare uno sviluppo selvaggio di pale e impianti. L’amministrazione regionale, ha, infatti voluto dare un forte segnale di impegno disciplinando con grande cautela la procedura di autorizzazione per la costruzione di nuovi parchi. Ciò è confermato dai dati che lo stesso Assessorato Regionale all’Ecologia ha pubblicato sul suo Portale dell’Ambiente. Nel triennio 2006-2008 a fronte di 824 pale approvate, ne sono state respinte in tutte le provincie più della metà, ovvero 495. Allo stesso modo per un totale di 1.874 MW autorizzati, la Regione non ha dato via libera a impianti capaci di produrre 1.204MW.

La classifica dei comuni virtuosi e le buone pratiche
A confermare il grande impegno della Puglia nel settore dell’eolico è stata anche Legambiente che ha stilato una particolare classifica dei 50 Comuni italiani che hanno investito di più nell’energia del vento. Rotore eolicoPrimi tra tutti, secondo il Rapporto “Comuni Rinnovabili” 2010, proprio quelli pugliesi. Un elenco di amministrazioni virtuose, quello compilato dall’associazione ambientalista, che vede al primo posto in assoluto in Italia il Comune di Troia, in provincia di Foggia, con 171,9 MW istallati, comune che ha fatto registrare un incremento di potenza generata di 3 MW solo nell’ultimo anno. Seguono, al secondo e terzo posto, rispettivamente il piccolo comune di Minervino Murge, nella provincia di Barletta-Andria-Trani, con 116,4 MW, seguito da Sant’Agata di Puglia, sempre nel foggiano, con 97,2MW. Un grande impegno, quello delle piccole amministrazioni della Puglia se si considera che tra i primi 50 comuni italiani dell’eolico 13 sono solo quelli pugliesi.
Il report di Legambiente conferma poi che la provincia italiana che, ha saputo investire più di tutte con successo nell’eolico è stata quella di Foggia, con 9 comuni eolici “virtuosi” su 50, che da soli producono circa 686,9 MW. Questa provincia si è poi distinta anche per alcune nuove buone pratiche nel campo dell’eolico. A segnalarlo sempre il rapporto “Comuni Rinnovabili” 2010, in cui vengono riportati gli esempi seguiti dai comuni di Poggio Imperiale e Candela. Nel primo comune sono state istallate 15 turbine da 2MW, ciascuna in un’area di pianura accanto all’autostrada e alla linea ferroviaria adriatica.

La particolarità di quest’impianto sta proprio nella sua connessione alla linea elettrica delle Ferrovie dello Stato.
Nel comune di Candela, invece, l’amministrazione ha dato il via libera all’investimento delle royalties derivanti dagli impianti istallati per promuovere la realizzazione di impianti fotovoltaici per edifici privati e pubblici e per finanziare altri progetti di innovazione e valorizzazione ambientale, come l’adozione di lampade a basso consumo, l’ampliamento delle zone di raccolta differenziata, la realizzazione di nuove aree verdi oltre all’acquisto di impianti a Gpl e metano per le automobili dell’Amministrazione e per quelle private.

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