Per Vendola "l'investimento in cultura è fondamentale per due ragioni: non solo perché la cultura fa crescere l'intelligenza in generale e la nostra economia ha bisogno di più intelligenza, di più valore aggiunto, di più innovazione, ma anche perché una società povera di cultura una società regredita, una società segnata da un analfabetismo di ritorno imboccherà non la via del futuro ma un vicolo cieco, una regressione tribale. Siamo il paese di Verdi e Puccini: tagliare sulla lirica sul teatro e sulla musica significa recidere una delle radici che ha fatto dell'Italia un paese straordinario"

{affiliatetextads 1,,_plugin}Alla richiesta dell'intervistatrice di fare un appello a Bondi per i tagli alla cultura, Vendola risponde: "Credo che non sia lui l'interlocutore così come non è la Gelmini per i tagli alla scuola. Sono ministri di rappresentanza. Poi c'è un superministro che decide tutto, che è il ministro Tremonti, che ha un'idea arcaica della cultura. Per esempio lui fa una polemica diretta con me per le scelte che io faccio in Puglia sul cinema. 130 produzioni cinematografiche negli ultimi due anni, due cineporti dove collochiamo tutte le attività produttive, sto mettendo in piedi un'accademia del cinema digitale: ho immaginato il cinema in Puglia non semplicemente come location per film, ma come industria, come attività produttiva. Questo è difficile spiegarlo a Tremonti. Talvolta un filone culturale di destra sollecita il sospetto nei confronti della cultura stessa. Nutrono l'idea che la cultura sia il vettore del debosciamento delle virtù virili e militari. Io penso invece - conclude - che la cultura sia l'unica possibilità di salvare l'umanità".

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