I bambini potrebbero infatti inconsapevolmente ingerirli o anche, nel caso dei PCB, venire contaminati per via del solo contatto dermico. Altamarea, un coordinamento di cittadini e associazioni locali, ha già scritto al direttore generale dell'Arpa, Giorgio Assennato, affinché chiarisca la provenienza delle sostanze che hanno inquinato il suolo del quartiere Tamburi. Sulla base delle ricerche dello IARC (Agenzia Internazionale Ricerca sul Cancro, Monografia Volume N. 58) il berillio “fin dai primi anni del ventesimo secolo, è stato prodotto e utilizzato in una varietà di applicazioni come metallo in leghe”. I lavoratori delle aziende siderurgiche possono essere esposti “ad elevati livelli di berillio, soprattutto nella raffinazione e lavorazione dei metalli”.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Il quartiere Tamburi è già noto per essere sottoposto alla pressione di inquinanti come la diossina e il benzo(a)pirene, entrambi cancerogeni. Quest'ultimo ha superato nel 2008 e nel 2009 il valore fissato dalla legge. L'Arpa (Agenzia Regionale Protezione Ambiente) ha indicato nella cokeria dell'Ilva la sorgente del 98% di tale emissione cancerogena, fornendo al sindaco di Taranto gli elementi per emanare un mese fa un'altra ordinanza finalizzata a ridurre le emissioni e a tutelare la salute della popolazione.

La Regione Puglia ha già disposto attorno all'area industriale una fascia di 20 chilometri in cui è fatto divieto di pascolo per le aree incolte, a causa della contaminazione da diossina. Il Dipartimento di Prevenzione della Asl di Taranto, da parte sua, ha inoltre disposto per i prossimi giorni l'abbattimento di altri mille capi di bestiame nelle cui carni è stata rinvenuta una concentrazione di diossina superiore ai limiti di legge. Erano già stati abbattuti in precedenza 1.200 capi di bestiame per la stessa ragione

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