«La incompiutezza della legge elettorale, che pure ha permesso ai materani di scegliermi come sindaco – ha aggiunto Buccico – ha facilitato il gioco al massacro che la disarticolazione della più parte delle liste civiche ha favorito: e, peraltro, la coalizione che mi ha sostenuto si è ridotta numericamente per ragioni, ancora oggi oscure, che soltanto il tempo (non oso dire la storia), disvelerà. Non è facile, con una macchina comunale che va riorganizzata e rivitalizzata, pur a fronte di un lavoro faticosamente iniziato, superare difficoltà ed ostacoli: posso, a voce alta, affermare di non aver consentito privilegi, di aver difeso e, spesso, ripristinato la legalità, di essere stato vicino ai più deboli, lontano dagli intrighi e dalle nequizie di quanti ritengono inesistente e pleonastica la distinzione tra il bene e il male». 

Buccico ha parlato, inoltre, della sua «passione per la città, vittimizzata dalle quotidiane distorsioni mediatiche e bisognevole di disinterssata dedizione: è necessario che i partiti e il mondo associazionistico si riapproprino della progettualità e della organizzazione del consenso, attraverso i processi molecolari della democrazia». Infine, il sindaco ha denunciato «trasformismi, il respiro corto del piccolo cabotaggio, le amnesie ricorrenti, soprattutto di quanti schizofrenicamente hanno mutato d’abito e di postura da un palazzo all’altro».

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