«Decisioni come queste apportano pesanti cambiamenti nelle vite di centinaia di cittadini», denuncia a Pronto Gazzetta l’ingegnere Andrea Barbaresi, che spiega: «Solo per fare un esempio, il viaggio Torino-Lecce con cambio a Bologna durerà 9 ore e 50 minuti e costerà 128,50 euro, anziché durare 10 ore e 47 minuti e costare 77,40 euro: si risparmierà meno di un’ora di viaggio su un totale di circa 11 ore, a fronte di un aumento del prezzo pari al 66 per cento».

{affiliatetextads 1,,_plugin}Ma se ci scappa l’imprevisto, i disagi aumentano. Tutti i passeggeri diretti a Torino la sera, infatti, in caso di arrivo in ritardo alla stazione di Bologna - evento tutt’altro che raro - saranno costretti nella migliore delle ipotesi a ripiegare su soluzioni di emergenza che prevedono l’ulteriore cambio a Milano e l’arrivo a Torino dopo la mezzanotte, oppure, nella peggiore delle ipotesi, non riusciranno a raggiungere il capoluogo piemontese in giornata».

«Si tratta di un’operazione che non può e non deve lasciare indifferenti la classe politica e le istituzioni», aggiunge Barbaresi, «perchè in questo modo si penalizza l’intero territorio tagliandolo fuori dai collegamenti con le grandi città: quella che sta per essere soppressa è la coppia di treni a lunga percorrenza che ad oggi garantisce il collegamento diretto Lecce-Torino (e Torino-Lecce), attraverso la linea che ferma, tra le altre, nelle città di Brindisi, Bari, Barletta, Foggia, Termoli, Pescara, Ancona, Rimini, Bologna, Piacenza. Analogo servizio, nelle intenzioni di Trenitalia, sarà svolto attraverso l’utilizzo di treni ad Alta velocità che imporranno il cambio del treno sia a Bologna, sia il transito a Milano, con differenze di prezzo esorbitanti rispetto alle soluzioni attualmente disponibili e tempi di viaggio pressocchè equivalenti per i passeggeri».

FLAVIA SERRAVEZZA - Lagazzettadelmezzogiorno.it