Un abbraccio ed uno scambio di auguri caloroso, il nostro, durante il quale mi hai voluto sottolineare, con enfasi e soddisfazione, il lavoro da te prodotto in Finanziaria per il comparto agricolo, assicurandomi (e rassicurandomi) di aver fatto tutto quello che ti era stato chiesto e sollecitato dal Sistema delle Regioni (ben guidato, hai tenuto a ribadirmi, dal mio assessore Stefàno). Un lavoro importante, mi hai detto, per provare ad attutire questa maledetta crisi, che giorno per giorno succhia via energie e speranze ad un comparto, che è la linfa vitale della nostra economia.


Rientrato in Puglia ho approfondito insieme al mio assessore Stefàno le carte e i contenuti del maxiemendamento alla Finanziaria, appurando definitivamente che le cose stanno in termini del tutto diversi da come hai avuto la baldanza di dichiarare Urbi et Orbi, a dispetto del dolore autentico che sta lacerando il settore primario (primario!) del nostro Paese.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Sebbene, credo tu sappia a cosa mi riferisco, provo a sintetizzare la finanziaria 2010 dello Stato per l'agricoltura:
1) non vi è traccia della moratoria Inps e della sospensione delle procedure esecutive di Equitalia;
2) per favorire l’accesso al credito hai previsto solo la disponibilità di un fondo di garanzia di 20 milioni di euro (solo 20 milioni di euro!), immaginando, non so come, che possano essere sufficienti per le esigenze su tutto il territorio nazionale;
3) nessuna misura per le agevolazioni sulle accise sui carburanti;
4) nessuna risorsa reale per la copertura finanziaria del Fondo di Solidarietà Nazionale per le assicurazioni sulle calamità per il 2008 ed il 2009, immaginando una soluzione solo per il 2010, 2011 e 2012, peraltro attraverso un metodo contestato da tutte (dico tutte!) le Regioni, perché disattende una intesa che c’era già fra Stato e Regioni e dispone di risorse che, sai bene, sono di competenza regionale. Soluzione e metodo che hanno peraltro portato ad una nuova gravissima interruzione dei rapporti fra Governo e Regioni;
5) gli sgravi contribuitivi per le aree svantaggiate solo sino al 31 luglio 2010 (e peraltro solo grazie ad un emendamento delle opposizioni), come se fosse possibile immaginare la programmazione di una attività agricola con una logica temporale di pianificazione che va di sei mesi in sei mesi.
Per non parlare poi dell’assenza completa di una qualche indicazione che recuperi all’Agricoltura quegli 850 milioni di euro dei Fondi Fas, che le sono stati sottratti d’imperio; o dell'assenza assoluta di risorse per il Piano irriguo, nonostante tutti sappiamo bene che, senza acqua, la terra non produce.

Che per sopravvivere, l’agricoltura, la terra, l’intero mondo rurale ha bisogno di quel bene primario che scorre nelle vene della vita, e della stessa terra, e che si chiama acqua. Potrei proseguire, ma mi fermo qui. E mi chiedo: perché consumare uno spot elettorale sulla pelle dei poveri agricoltori dicendo di aver messo risorse per più di 1 miliardo di euro per il comparto agricolo e di aver così dato risposta alle aspettative degli agricoltori, ben rappresentate e sollecitate anche dalle Regioni?
Perché in quello stesso spot non hai il coraggio e l’onestà di fare una operazione di trasparenza, aggiungendo che quel miliardo di euro, in realtà, è un impegno su tre anni e risolve solo parzialmente la dotazione del Fondo di Solidarietà sulle calamità per gli anni a venire?
Specificando, nel contempo, che non sono risorse aggiuntive, che circa la metà di quelle risorse sono "delle Regioni" e si vorrebbero sottrarre alle politiche in favore delle singole filiere, soprattutto a quelle dei prodotti mediterranei, a cui dovrebbero invece opportunamente essere destinate?

Mi chiedo perché quella tua cordialità, che ho sentito di timbro non solo istituzionale, e che ho veramente apprezzato, hai voluto sprecarla, farla scadere in un una plateale presa in giro? Una presa in giro certamente nei miei riguardi, ma soprattutto nei riguardi di ogni singolo agricoltore della mia terra che ho l’onore di rappresentare. Ogni singolo agricoltore che non solo in Puglia, ma in Puglia certamente, grida da tempo, da troppo tempo, un dolore che sbatte sistematicamente contro una sordità ed una cecità incomprensibili. Un grido di dolore drammatico, tragico, angoscioso, tuttavia manifestato sin qui sempre in maniera composta e civile, ma soprattutto con la passione di chi vuole, con tutte le sue forze, continuare a dare la propria vita per la nostra terra. Forse che dovremmo immaginare un Paese senza terra e senza agricoltura? È così che va interpretata la vostra azione? Io mi ribello a questa idea. Significherebbe rinnegare la nostra storia e le nostre radici. E significherebbe rinunciare, anche, al nostro futuro.

Nichi Vendola