Cancellato il treno delle 9,35 Milano-Lecce, si è salvata in corner prendendo al volo quello delle 13,35 per Taranto: «Ma non è stato semplice - puntualizza - nei corridoi del treno in cui mi trovo adesso ci sono almeno dieci persone in piedi in ogni vagone. Verso le 12,30 abbiamo iniziato a sudare freddo: abbiamo appreso dallo sportello informazioni, e non certamente dalle comunicazioni in stazione, che si andavano accumulando ritardi di 150, 200, anche 350 minuti. E abbiamo scoperto che partiva soltanto l’alta velocità».

{affiliatetextads 1,,_plugin}Tra le 10 e le 11 nella stazione di Milano, affollata e caotica come uno stadio durante un derby, «la Protezione civile su dei panchetti ha iniziato a distribuire tè caldo, biscotti e acqua per dare conforto alla moltitudine che sostava in stazione al freddo e tra mille disagi». Finché il primo treno per l’Adriatica, dopo varie soppressioni di tratte, è partito con un’ora di ritardo: ore 11,35, il convoglio «è stato letteralmente assaltato dai passeggeri: era stipato di gente in modo impressionante, neanche un piede ci sarebbe entrato. Anche quell’Eurocity, come il mio, ha fatto tutte le tappe, neanche fosse un normale Intercity», conclude Giuditta. E tutti, partiti «certamente in condizioni di non sicurezza», sono giunti a casa sani. Miracoli del Natale.

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