BARI- Dietro un grande ospedale ci sono sempre grandi pazienti.

È firmata proprio dai degenti del reparto di ematologia dell’oncologico “Giovanni Paolo II”, la seconda edizione di “Note positive. ‘L’arte per guarire’” in programma venerdì 30 settembre a partire dalle 18.30 nella sala conferenze dell’istituto di via Orazio Flacco, 65.

Un megafono più forte di altri per far recapitare un messaggio di positività ai compagni di “avventura” e dire “grazie” ai numerosi filantropi, autentici benefattori che in assoluto anonimato sostengono concretamente, anche finanziariamente, progetti di ricerca in particolare in campo onco-ematologico.

Con il placet entusiasta e condiviso del Direttore Generale Vito Antonio Delvino e dell’intera direzione strategica dell’istituto, a salire sul palco saranno i pazienti inclini all’arte, in alternanza con i musicisti professionisti aderenti alla manifestazione che sarà presentata da Barbara Cirillo e da Nick Difino, Food-dj-Eat-entertainer che lega cibo, letteratura e musica e Fondatore del Fooding Social Club – movimento per il cibo.

Protagonista dell’evento la “ricerca della felicità” necessaria da perseguire anche se il “nemico cancro” si annida in noi. Ma la serata andrà oltre le note perché, spassarsela mangiando bene, “addenta” anche la malattia. Per dare seguito a tale consapevolezza, sarà proiettato un video intervento da New York della nutrizionista Rebecca Katz e della chef italo-americana Antonella Ricco sull’esperienza della "Cancer-Fighting Kitchen". 

«Nell’ultimo ventennio, il miglioramento delle strategie terapeutiche in campo onco-ematologico ha aumentato significativamente i tassi di sopravvivenza globale, quindi di “guarigioni” producendo un raddoppiamento della percentuale di pazienti lungo-sopravviventi, liberi da segni clinici e strumentali di neoplasia dopo più di dieci anni dalla diagnosi- il direttore di ematologia, Attilio Guarini pone l’accento sui progressi ottenuti dalla ricerca- Essi rappresentano la metà di tutta la popolazione oncologica italiana e si stima cresceranno fino a circa 4,7 milioni nel 2020. Tuttavia, gran parte di essi sperimenta effetti collaterali, immediati o tardivi che possono condizionare significativamente la qualità di vita. Occorre, pertanto, un approccio specialistico multidisciplinare basato sulla prevenzione delle patologie secondarie ai trattamenti oncologici, fornendo ai pazienti gli strumenti necessari per una maggiore tollerabilità alle terapie, e un modello di intervento in grado di soddisfare i bisogni sanitari di questa fetta di pazienti, riducendone l’impatto economico a lungo termine sul sistema sanitario nazionale e garantendo agli stessi pazienti una migliore qualità di vita psico fisica».

L’evento che vedrà la partecipazione dell’associazione di pazienti “PH8: La salute è contagiosa” è aperto al pubblico sino ad esaurimento dei posti.