Giacarta (Indonesia), 21 ottobre 2018 | 79.000 gli sfollati, 70.000 le case distrutte, 700 le persone ancora scomparse nel terremoto magnitudo 7.4 della scala Richter che ha devastato la città di Palu il 28 settembre scorso, in Indonesia. Onde alte 6 metri si sono infrante sulla costa alla velocità di 800 km/h annientando letteralmente un'area fortemente urbanizzata di estesa dimensione. E dieci i giorni dal disastro necessari per consentire almeno ai bambini di rientrare in una normalità attraverso la riapertura delle scuole. Elevato il numero delle vittime, numerosi i feriti e dispersi. 

Organizzazioni locali ed internazionali lavorano ancora ininterrottamente per arginare i danni e garantire assistenza ai superstiti. Cibo, acqua e un luogo protetto per dormire risultano ad oggi le priorità. Vitali gli aiuti di tutta la comunità mondiale. Il Volontario del Rotary Emilio Nuzzolese di Bari con il medico Evi Untoro, medical search & rescue team di Giacarta, sono stati a Palu in questi giorni per sostenere attraverso aiuti umanitari (medicinali e alimenti per neonati) la Chiesa Santa Maria, punto di riferimento locale per i rifugiati e le famiglie vulnerabili, ma soprattutto per bambini e neonati rimasti orfani. 

“Una decisione difficile quella di venire in Indonesia come volontario, per quanto minimale il mio apporto a fronte delle dimensioni del problema e degli interventi delle ONG internazionali” evidenzia il dottor Nuzzolese - la cui presenza in Indonesia è stata anche richiesta dalle due Università di Makassar e di Indonesia per le quali ha tenuto nei giorni 17 e 21 due seminari sulla Odontologia Forense Umanitaria. È riconosciuta la sua impronta internazionale nell’ambito delle procedure Interpol sulla identificazione delle vittime di disastri di massa. 

Sono 2100 il numero delle vittime ad oggi accertato a Palu di cui 210 i corpi identificati. L'11 ottobre scorso sono state sospese le ricerche dei dispersi, il che inevitabilmente muterà il bilancio. Anche le procedure di identificazione sono state necessariamente interrotte per non incorrere in rischi di epidemie, ricorrendo ad una sepoltura comune delle persone ancora non identificate.

“L’aspetto Etico della identificazione non può ignorare priorità di sanità pubblica. Disastri di larga scala, come quello occorsa a Palu, potrebbero senz’altro beneficiare di ulteriori risorse volontarie come il gruppo internazionale Forensic Odontology for Human Rights che coordino del 2015. L'inevitabile sepoltura comune cui si è ricorsi apre infatti non pochi interrogativi etici e operativi che dovranno essere affrontati sotto altra prospettiva da noi esperti della comunità forense internazionale” ha evidenziato l’odontoiatra forense Nuzzolese a conclusione del seminario svoltosi questa mattina all’Università dell’Indonesia di Giacarta.