Anche perché, il rischio che quella centrale anziché nel centro molisano possa finire ai confini con la Puglia e la provincia di Foggia, o addirittura proprio in provincia di Foggia è tutt’altro che esorcizzato. Per capirci di più occorre risalire alla genesi della notizia, che è datata soltanto qualche giorno fa, ma si riferisce in realtà (sovente l’informazione spaccia per freschissime notizie che sono invece piuttosto stagionate) a qualcosa che non si è verificato proprio nelle ultime settimane. Si tratta dei risultati di uno studio condotto dall’Istituto di Biometereologia Ibimet del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) di Firenze, che ha messo a punto la mappa dei siti che sarebbe idonei ad ospitare centrali nucleari, mappa che comprende Termoli in Molise e Mola di Bari in Puglia. Il punto è che nessuno sa con precisione quando sia stato redatto lo studio, e, di conseguenza quanto possano essere aggiornati i dati in esso contenuti: sicuramente l’indagine è stato effettuato in un periodo antecedente al marzo del 2008, perché in questo mese venne presentato in una conferenza stampa pubblica.

Su chi abbia commissionato lo studio, e sul modo con cui sono stati diffusi i risultati ci sono state vivaci polemiche negli scorsi giorni. Ma un dato pare assodato: lo studio elaborato dal Cnr costituisce, verosimilmente un primo (e forse parziale) aggiornamento di un documento che sempre ritorna quando si parla di nucleare nel nostro Paese: la famosa “Carta dei siti” redatta negli anni settanta dal C.N.E.N (Comitato nazionale per l’ Energia Nucleare) in cui si andavano ad individuare le aree suscettibili di insediamento di impianti nucleari. Il lavoro risale al 1979, ed è dunque vecchio di oltre trent’anni. È appena il caso di sottolineare che le previsioni della “carta dei siti” vanno riviste ed aggiornate soprattutto alla luce dei mutamenti nel frattempo intervenuti dal punto di vista del rischio sismologico. In trent’anni, purtroppo, la terra ha ballato più volte, anche in zone (come veniva ritenuto proprio il Molise) che sembravano a basso rischio sismico. Però è interessante rilevare che è proprio la Carta dei Siti del C.N.E.N. che prospetta la localizzazione della centrale a Termoli, anzi, per essere ancora più precisi e come vedremo meglio tra poco, in un punto della costa adriatica compreso tra il Molise e la provincia di Foggia, che è perciò tutt’altro che indenne dal rischio che possa venirvi ubicata una centrale.

{affiliatetextads 1,,_plugin}A nostro giudizio si tratta di una ipotesi piuttosto remota, dato l’elevato rischio sismico del territorio: ma sarà comunque il caso di seguire con attenzione l’evolversi della vicenda, ricordando, per esempio, che dopo il tragico terremoto che sconvolse il Molise e la valle del Fortore, tutta la zona venne dichiarata ad elevato rischio sismico, ad eccezione dell’invaso di Occhito, che diversamente sarebbe stato costretto a chiudere per sempre i battenti.
Ma torniamo alla mappa dei siti elaborata a suo tempo dal C.N.E.N. Il comitato lavorò sulla base di una griglia di parametri che definiva i requisiti e criteri di scelta dei siti suscettibili di insediamento di centrali e impianti nucleari) i e che indicava anche le variabili da prendere in considerazione nella ricognizione sistematica del territorio (demografia, geologia, sismica, agibilità tecnica, eventi limite, ecologia). Tra le diverse variabili considerate, quelle che hanno determinato le più rilevanti riduzioni di territorio utile sono state la variabile demografica e quella sismica.

La mappa dei siti venne dunque disegnata intersecando i risultati ottenuti elaborando le diverse carte tematiche. Nella immagine grande, vediamo i risultati finali del lavoro compiuto dal C.N.E.N.: come si vede, la localizzazione più significativa dei siti che presentano le caratteristiche ideali per l’allocazione di centrali nucleari è sicuramente concentrata al Nord. Ma sia il Molise che la Puglia sono presenti, e soprattutto la nostra Regione in modo piuttosto massiccio, come si vede meglio nella cartina più particolareggiata. Per quel che ci riguarda più da vicino, si vede chiaramente come la mappa dei siti del C.N.E.N. individui due siti potenziali in provincia di Foggia: quello “in condominio” con il Molise, ubicato su quella striscia che va, appunto da Molise fino a Marina di Lesina, e quello collocato sulla riviera sipontina meridionale, tra l’agro di Manfredonia e quello di Zapponeta.
Quest’ultimo sito non è più presente nello studio del Cnr di cui abbiamo parlato, ma per correttezza bisogna dire che non si tratta di uno studio ufficiale e che chiunque verrà chiamato a definire le scelte una volta per tutte, dovrà inevitabilmente partire dal lavoro del C.N.E.N., la cui mappatura è, del resto, quella che torna a fare capolino ogni volta che si parla di scelte nucleari in Italia.
Insomma, fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio, ed è per questo che converrà che gli organi di informazione e l’opinione pubblica accendano i riflettori sul tema,senza farselo più scivolare addosso, così com’è avvenuto fino ad oggi.

http://www.blogpolitica.it/2010/01/15/nucleare-in-provincia-di-foggia-a-rischio-lesina-manfredonia-e-zapponeta/