Si tratta di un vecchio progetto preparato all’epoca dei Borboni nel 1846, rivisto nel 1920 da un progettista dell’epoca, tal ing. Dini, e che il Comitato ha riscoperto di recente nelle pieghe di una relazione pubblicata nel 1930 da una organizzazione sindacale dell’epoca, “sull’importanza storica, commerciale, industriale, agricola, culturale e demografica della città di Barletta”; progetto che descrive e prospetta la realizzazione di una linea direttissima Barletta-Napoli lunga 204 Km e che oggi correrebbe parallela, all’incirca, all’autostrada A16 Napoli (Salerno)-Canosa, lunga 172,5 Km.

Evidentemente i Borboni nell’800 avevano ben intuito, con acuta ed oggettiva lungimiranza, che il percorso più breve dall’Adriatico al Tirreno parte da Barletta, anticipando i progettisti degli anni ‘60 dell’autostrada A16. E’ risaputo che ad una minore distanza corrispondono tempi di percorrenza più bassi e costi inferiori delle tariffe ferroviarie, così come quelle dei pedaggi autostradali. Non per niente, tutte le linee ad alta velocità, in Italia, corrono ragionevolmente parallele alle autostrade. E con i moderni elettrotreni, la distanza di 200 Km sarebbe coperta oggi in meno di un’ora!

Una linea ferroviaria direttissima ad Alta Velocità ed Alta Capacità dall’Adriatico al Tirreno consentirebbe di prolungare il tracciato del Corridoio europeo n.8 Bari-Varna fino a Napoli, collegandosi in maniera più veloce e diretta al Corridoio Europeo n.1 Berlino-Palermo. Così con tale grande opera infrastrutturale prospettata ed auspicata sin dall’800, il Mezzogiorno d’Italia, connesso con tutto il suo sistema dei trasporti (costituito oggi da strade, autostrade, ferrovie, porti) diverrebbe la chiusura più ideale e naturale della maglia ferroviaria europea: obiettivo che la stessa Rete Ferroviaria Italiana traccia nel suo piano di sviluppo degli itinerari fondamentali per il Sud.

Sulla scorta di questo importante e significativo documento, ho ritenuto, a nome del Comitato di Lotta “Barletta Provincia”, intraprendere già i primi passi nei confronti di Italferr che, per conto del Gruppo delle Ferrovie dello Stato, si occupa materialmente della realizzazione delle infrastrutture ferroviarie, comprese quelle dell’Alta Velocità/Alta Capacità, ribadendo loro il fondamentale concetto che l’auspicata realizzazione di questa grande opera infrastrutturale offrirebbe straordinarie opportunità di sviluppo per tutte le aree interne circostanti del Mezzogiorno d’Italia, ivi comprese quelle della Basilicata, attualmente emarginata dalle grandi reti di comunicazione, ed immaginando per questa linea ferroviaria due possibili e importantissimi interscambi: uno all’altezza del casello autostradale di Candela e della stazione ferroviaria di Rocchetta Sant’Antonio e l’altro con Avellino. Facendo convergere su di essi, nel primo, le linee di comunicazione provenienti dal Foggiano, dal Potentino (area industriale Fiat di Melfi compresa), dal Materano e dalle aree interne delle Murge (configurandosi questo, di fatto, come lo scalo di Foggia per l’Alta Velocità); nel secondo convergerebbero le linee dell’intera Irpinia, con possibile snodo verso la vicina Salerno e, da qui, verso la Calabria e la Sicilia.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Ecco perché, ottenere la fermata a Barletta degli Eurostar Fast veloci Frecciargento (con partenza: da Bari alle 7,16 e alle 17,16; da Roma alle 14,45 e alle 19,45) rappresenta, oltre che un’effettiva necessità delle nostre popolazioni, un chiaro e forte segnale politico proveniente da questo territorio nei confronti di chi sta operando le scelte sull’Alta Velocità /Alta Capacità in Italia.

Apprendo con sorpresa, però, che il prossimo Consiglio Comunale di Barletta monotematico, convocato sull’argomento Eurostar, ha posto all’ordine del giorno un’altra questione: e cioè che venga ripristinata, sulla tratta Bari –Roma, la corsa di un Eurostar (oggi soppressa) che partiva da Barletta, nel vecchio orario, alle 6,14; che è tutt’altra cosa rispetto alle fermate degli Eurostar Fast veloci Frecciargento, tutt’ora in orario e che non fermano a Barletta e nella nostra Provincia BT.

Vincenzo Piccialli, Segretario Amministrativo del Comitato di Lotta “Barletta Provincia”