Il brano mostra ancora un’altra sfaccettatura della band, costruendo un ponte tra il prog-death metal e l’alternative metal, come in un improbabile incrocio tra i Cynic o i Gojira e gli Alice in Chains o i Tool, immergendo il tutto nelle solite abrasive sonorità industrial che nel caso specifico prendono un’inaspettata piega orientaleggiante.

Il brano parla di un’esperienza nel Sahara e fa parte di un trittico che comparirà nell’album, dedicato alle meraviglie della natura e del senso di comunione con essa.

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