Elogiati da Rolling Stone, American Songwriter, Flaunt, Alternative Press e tanti altri… da questi Love Ghost mi aspetto di godere con spasmi emotivi degni di nota. Un’alta aspettativa quindi e mi prometto di scrivere di getto subito dopo il primo ascolto. Mi preparo con il solito bicchiere di vino rosso in questa notte insonne. Cuffie ben salde e il dito sul touch per il play. Si parte.

Solfeggia un cuore in sottofondo. Trapela leggero e sensuale come fosse in dormiveglia. Come se ti avvisasse di ciò che sta per accadere. L’eco di un respiro che gioca tra lo smarrimento e la rassegnazione. Note in lontananza riecheggiano furtive come antiche sirene greche e ti costringono ad ascoltare aumentando la tensione emotiva che prima o poi dovrà esplodere in profondi sussulti. Che intro! La voce dei Love Ghost regna sovrana in questi primi secondi in maniera languida e suadente. Detta il ritmo dell’andamento e scolpisce una regola ben precisa: si parla di manipolazione, di un amore malato e ora starai qui ad ascoltarci. Infatti, vengo trascinato sino al minuto 1:40 quando improvvisamente avviene l’esplosione che bramavo. Un’onda maledetta e scontrosa s’infrange contro il muro della mente. La scuote. La spaventa. La controlla. La fa sua.

Linkin Park e una new wave pop stramba e inconsueta. O forse solo personali deliri. Si cerca sempre di dare dei riferimenti e invece qui ci sono solo i Love Ghost con “Puppets”, il loro ultimo singolo. Originalità pura. Nessun inutile “scopiazzamento” o fredda composizione per scalare classifiche. Musica. Bella. Intensa. Sincera. Dal profondo dell’anima, di quando la sofferenza ti imprigiona facendoti sentire totalmente perso. Ed ecco che all’improvviso, completamente inaspettato dato il sound di questo singolo, entra una chitarra distorta che da solista inizia a dirigere prepotentemente l’intera scena. Da protagonista corre su scale melodiche come fossimo tornati nei mitici anni ’80 donandoti nostalgia e adrenalina, per poi sparire in dissolvenza nella chiusa con un loop ritmico volutamente “in faccia” che ricorda una marcia. Wow. Un finale geniale e finemente studiato probabilmente, ma nulla che tolga autenticità alla volontà della band: stupire. E ci sono riusciti.

La mia promessa è stata mantenuta. Un solo ascolto. Righe scritte di getto. Ma ora questa “Puppets” merita altri ascolti, più rilassati e appaganti. La band l’avevo già conosciuta per altri singoli e per il loro recente tour in Europa, dove hanno suonato, tra l’altro, a Rockpalast in Germania, con artisti di tutto il mondo, tra cui Rico Nasty, Adan Cruz, Mabiland e Tankurt Manas. L’aspettativa era davvero alta e i Love Ghost non mi hanno affatto deluso, a conferma della loro grande validità artistica. La musica continua a vincere. C’è ancora speranza. In questo mondo di sofferenza e ambiguità, dove davvero tutto è manipolato… ci sono ancora artisti che scrivono col cuore. Un cuore sofferente, ma dannatamente vero.

Video link: https://www.youtube.com/watch?v=rmYU4fnFzcA