Un progetto che nasce dall’egoismo di chi si sente più forte ma nello stesso tempo ha paura di perdere quel benessere che, in realtà, è tale anche grazie alle risorse materiali ed intellettuali che provengono da tutta l’Italia, in particolare dal Mezzogiorno d’Italia. Un progetto che contraddice lo spirito e la lettera della Costituzione della Repubblica Italiana nata dalla Resistenza: l’Italia una ed indivisibile.

Dunque, semplicemente, un progetto che va fermato in Parlamento e nel Paese, con la partecipazione di tutti coloro che continuano a credere in un’Italia unita, solidale, libera e democratica. Per queste ragioni, in Avetrana come in tante altre città d’Italia, sentiamo forte l’esigenza di promuovere un ampio confronto democratico che porti alla crescita della consapevolezza di quanto è fondamentale e delicato per le nostre comunità il tema dell’autonomia differenziata, di quanto possa essere rischioso il progetto voluto dalla Lega e fatto proprio da tutto il governo delle destre, col voto favorevole anche dei ministri eletti nelle regioni meridionali. Ma il rischio, a guardar bene, non lo corrono soltanto le regioni del Sud, non si tratta solo del divario economico Nord-Sud (che sicuramente si approfondirebbe se passasse lo scempio di cui parliamo). Noi pensiamo che potrebbe scatenarsi una crisi sociale tale da mettere a rischio la stessa tenuta democratica dell’intero Paese.

Come tutti sanno l’umanità è sociale e tale si esplicita a partire dalle piccole aggregazioni quali i contesti familiari fino agli Stati. La complessità delle relazioni sociali e problematiche non si risolve dividendo, spaccando, privilegiando. La politica è chiamata a dare le sue “ricette”, a volte anche molto diverse tra loro, ma sempre ispirate a quei principi fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione e dalla stessa Unione Europea. Siamo fortemente convinti dell’importanza istituzionale di queste problematiche. Per questa ragione la prima iniziativa messa in campo è la richiesta di convocazione del Consiglio Comunale per discutere l’O.d.G. allegato, che fa parte integrante del presente comunicato.

I sottoscritti:

I consiglieri comunali del gruppo Rilanciamo Avetrana, il Partito Democratico di Avetrana, il Movimento 5 Stelle (nella persona del coordinatore provinciale di Taranto, Francesco Nevoli), Unione Popolare, ANPI Avetrana, SPI – CGIL di Avetrana, Associazione Grande Salento

IL CONSIGLIO COMUNALE

CONSIDERATO CHE:

L’art. 5 della Costituzione che recita: “la Repubblica, una e indivisibile….” viene

evidentemente messo in discussione dalla bozza di Disegno di Legge per l’attuazione

dell’”autonomia regionale differenziata”, proposto dal Ministro per gli “Affari Regionali e le Autonomie”, che rischia di portare verso la disgregazione della Repubblica.

RITENUTO CHE:

La proposta di Disegno di Legge di cui sopra, nel sopraffare i diritti costituzionali, pone di fatto il Parlamento in una collocazione di secondo piano rispetto ai Consigli Regionali e riconduce il tutto ad una trattativa fra i Presidenti delle singole Regioni ed il Governo;

DATO ATTO CHE:

  • dal Disegno di Legge di cui sopra si evince che entro 12 mesi andrebbero definiti da parte dello Stato i LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni), tra l’altro già sanciti dall’art. 117 della Costituzione.
  • I Livelli Essenziali delle Prestazioni fino ad ora non sono mai stati definiti.
  • I LEP erano il preludio all’applicazione del federalismo fiscale e della perequazione di spesa, a partire da quella sanitaria, terreno sul quale abbiamo visto in questi tempi drammatici di pandemia, la disomogeneità di un servizio fortemente differenziato a seconda del territorio di residenza.

CONSTATATO CHE:

  • l’art. 3 del Disegno di Legge, proposto dal Ministro Calderoli prevede, tuttavia, che passati i dodici mesi, si possa anche fare a meno dei LEP ed utilizzare la “spesa storica” come criterio base cui fare riferimento per il passaggio delle ulteriori funzioni alle regioni che ne fanno richiesta.

RITENUTO CHE:

l’avvio dell’autonomia differenziata basata sulla “spesa storica” comporterebbe un approfondimento delle diseguaglianze territoriali del nostro Paese a tutto vantaggio solo delle aree più ricche concentrate nel Centro/Nord d’Italia, determinando una evidente violazione degli impegni che sottostanno al P.N.R.R. finanziato in maniera così massiccia dall’Unione Europea che pone proprio il superamento delle differenze territoriali, quale uno degli obiettivi strategici da perseguire.

CONVENUTO CHE:

L’autonomia regionale differenziata è una questione politica enorme ed estremamente delicata, che coinvolge in pieno il ruolo ed il funzionamento dello Stato, che investe i principi delle politiche pubbliche, i diritti di cittadinanza e che, quindi, non si può liquidare con una sorta di “trattativa privata” fra il Presidente di una Regione ed il Presidente del Consiglio o il Ministro delegato. Sono messe in discussione le fondamenta stesse di quel principio di unità del nostro Paese che sta alla base della Costituzione Italiana che non a caso all’art. 5, sopra richiamato, ribadisce con forza che “La Repubblica è una e indivisibile” pur promuovendo le autonomie locali ed il decentramento amministrativo.

RITENUTO CHE:

La domanda che occorrerebbe porsi è se una Repubblica con 20 sanità diverse, con 20 politiche dell’istruzione diverse, con 20 politiche ambientali diverse ecc. possa considerarsi “una e indivisibile”.

VERIFICATO CHE:

nonostante dichiarazioni tese a tranquillizzare sui tempi e le modalità della attuazione della autonomia differenziata di che trattasi, in realtà la stessa proposta di legge di bilancio per il 2023 disegna esplicitamente tempi di attuazione estremamente stretti, il che rende la questione di estrema attualità ed urgenza;

RICORDATO CHE:

In Italia si gode di diritti fondamentali in materia di salute, istruzione, assistenza sanciti dalla Costituzione, non perché si è avuta la fortuna di nascere in una Regione anziché in un’altra. La bozza di Disegno di Legge predisposta a livello ministeriale e discussa coi Presidenti delle Regioni è improntata ad una logica competitiva invece che solidaristica a svantaggio di quei principi di uniformità ed uguaglianza ed a solo vantaggio delle Regioni più ricche. Tale bozza nega ciò che sta alla base dell’unità politica, orientata a soddisfare l’interesse generale.

AFFERMATO CHE:

Da amministratori di Comuni del Mezzogiorno d’Italia, manifestiamo forti preoccupazioni per le ricadute sull’intero Meridione degli sviluppi di un tale articolato, anche alla luce  di altri provvedimenti punitivi provvedimenti punitivi per le nostre realtà;

RITENUTO CHE:

il miraggio “sventolato” dei LEP non farà altro che ridurre ulteriormente le prestazioni che come amministrazioni locali possiamo offrire ai nostri cittadini e se fino ad oggi non sono stati definiti è meramente per una questione economica. Lo Stato dovrebbe finanziare quegli enti che non hanno le risorse economiche necessarie per fornirli.

È facile immaginare come farà la “cabina di regia” prevista a livello ministeriale a definirli, visto che nella bozza si dispone che il trasferimento di funzioni avvenga senza maggiori oneri per la finanza pubblica.

ESPRESSA LA PREOCCUPAZIONE CHE:

si stia delineando all’orizzonte un quadro economico-sociale di abbandono per il Mezzogiorno d’Italia, senza neanche riconoscere a questi territori il merito di aver contribuito al riconoscimento dei maggiori fondi P.N.R.R. da parte dell’Unione Europea, che verranno ulteriormente tagliati al Sud Italia.

TUTTO CIO’ PREMESSO

DATO ATTO

Che il presente provvedimento si configura come mero atto di natura squisitamente politica ed in quanto tale non necessita della espressione dei pareri di regolarità tecnica di cui all’art. 49 del D.Lgs.  267 del 18/8/2000

DATO ATTO ALTRESİ

che il presente provvedimento non comporta oneri diretti o indiretti a carico del bilancio comunale ed in conseguenza non necessità della espressione del parere di regolarità contabile;

RIBADITA

la competenza, quale organo deliberante, ai sensi dell’art. 42 del D.lgs. 267 del 18/8/2000

Il Consiglio Comunale di AVETRANA

ESPRIME CONTRARIETÀ  rispetto al metodo ed al merito del Disegno di Legge sulla “Autonomia Regionale Differenziata “elaborato dal Ministro per gli Affari Regionali e le  Autonomie, frutto di accordi con i Presidenti di alcune Regioni de Nord Italia e che ha platealmente e in modo preoccupante posto ai margini il Parlamento Italiano su un tema di di tale portata;

ESPRIME FORTE PREOCCUPAZIONE come amministratori del Mezzogiorno d’Italia che la forzatura e la precipitazione in atto sul tema della autonomia regionale differenziata possa tradursi in una ulteriore penalizzazione delle regioni meridionali e con un approfondimento  del divario sul terreno socio/economico fra il Nord ed il Sud d’Italia;

RITIENE che alla base della discussione sulla attuazione di quanto previsto dal titolo V della Costituzione debba esserci innanzitutto la definizione piena e condivisa dei L.E.P.;

RITIENE che il rischio di approfondimento delle differenze territoriali fra Nord e Sud Italia sia, per altro, in aperto contrasto con gli indirizzi e gli obiettivi su cui si fonda il P.N.R.R. per il cui perseguimento l’Unione Europea ha finanziato il Piano della Ripresa e della Resilienza del nostro paese dopo il dramma della pandemia da Covid 19;

FA APPELLO al Parlamento Italiano perché avochi a sé la discussione sulla “autonomia regionale differenziata, quale organo rappresentativo dell’intero popolo italiano e garante di quella Unità affermata nella Carta Costituzionale.

CHIEDE la pubblicazione del presente Ordine del Giorno oltre che all’albo pretorio anche nella pagina della Trasparenza;

DISPONE la trasmissione di copia della presente deliberazione al Comitato Promotore dell’o.d.g. di cui al presente atto al fine dell’inoltro dello stesso al

  • Ministero per gli Affari Regionali e le Autonomie;
  • Capigruppo alla Camera ed al Senato di tutti i gruppi Parlamentari presenti in Parlamento;
  • Capigruppo dei gruppi Parlamentari del Parlamento Europeo;
  • Capigruppo dei gruppi Consiliari Regionali della Regione Puglia
  • Ai Segretari dei Partiti Politici Italiani;
  • Ai Segretari Generali delle Organizzazioni Sindacali C.G.I.L., C.I.S.L., U.I.L.;
  • Ai principali Organi di Stampa Locali e Nazionali;

ESITO della votazione su questo Ordine del Giorno :

favorevoli…….contrari…...astenuti……...

LA RICHIESTA DI CONVOCAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE E’ STATA FIRMATA DAI CONSIGLIERI:

LUCIA VACCA, ROSARIA PETRACCA, ANTONIO LANZO, LUIGI CONTE