Cominciano con l'assessore di Alemanno. Questa mattina la polizia giudiziaria è arrivata in assessorato per procedere alla perquisizione del mio ufficio e per notificarmi un avviso di garanzia in relazione all'inchiesta in corso sul condono edilizio". A comunicarlo è lo stesso assessore capitolino all'Urbanistica, Marco Corsini. "In sostanza - spiega Corsini - mi si accuserebbe di aver favorito  la società Gemma, ex partecipata dal Comune di Roma cui la precedente Amministrazione aveva affidato il compito di  svolgere pratiche sul condono edilizio, per aver realizzato un atto aggiuntivo che ha permesso di definire oltre 30mila pratiche in quattro mesi. Il contraccambio di questo favore sarebbe il mantenimento all'interno del mio staff di un dipendente della stessa società che ho trovato lì. Inoltre mi si imputerebbe di aver tentato di costringere un mio dirigente a effettuare pagamenti non dovuti in favore di tale società". "Sono assolutamente sereno - conclude Corsini - perché la prima circostanza appare così assurda da sembrare surreale e la seconda non risponde a verità. Ho fiducia nella magistratura e sono a disposizione per dimostrare l'inconsistenza di questi fatti e la correttezza dell'operato mio e dell'amministrazione. Ho immediatamente messo a disposizione del sindaco il mio mandato e sono disponibile ad accettare qualunque sua decisione, sicuro che le sue valutazioni saranno le migliori per l'interesse della città". (fonte iltempo.it)

{affiliatetextads 1,,_plugin}Quindi Ciarrapico, indagato per truffa allo Stato. Il parlamentare del pdl ha subito anche un sequestro di beni per 20 milioni di euro. Si tratterebbe di contribuiti all'editoria percepiti illecitamente dalle sue società: questa l'accusa rivolta al senatore Giuseppe Ciarrapico dalla procura di Roma, che indaga anche sul figlio dell'imprenditore, Tullio, e su altre cinque  persone: Umberto Silva, Antonio Maria Sinapi, Leopoldo Pagliari, Marco Tartarini e Silvio Giuliani. Nell'ordinanza viene citato anche Giulio Caradonna, scomparso nel novembre del 2009, per molti anni al fianco di Giuseppe Ciarrapico nelle sue attività imprenditoriali e noto per la militanza nel Movimento sociale italiano, con cui fu deputato per alcune legislature.

Passiamo a Viterbo, dove Meroi, il presidente appena eletto si è dimesso per le problematiche sorte in merito alla composizione della giunta. «È un mese che chiedo un intervento politico dei dirigenti regionali. Ora basta». Marcello Meroi, eletto presidente della Provincia di Viterbo al primo turno nella tornata elettorale di fine marzo, è furibondo dopo l'ennesimo, inconcludente vertice del Pdl. E annuncia una svolta clamorosa: «Domani (oggi, ndr) presento le mie dimissioni. Sono stufo di queste manfrine». È lo stesso Meroi, ex sindaco di Viterbo e deputato del Pdl, a spiegare come si è arrivati a questo punto di non ritorno: «Ho sentito delle cose assurde: assessorati a tempo, presidenze due anni a testa... Andiamo, non è così che si può governare». La situazione di stallo si è delineata fin dalla prima riunione del consiglio provinciale, quando non venne eletto il presidente designato, Piero Camilli, l'imprenditore del settore delle carni e patron del Grosseto calcio, in quota ex Forza Italia.