Secondo quanto si è appreso, le modalità di calcolo della popolazione per individuare quali sono le provincie interessate faranno riferimento alle statistiche Istat. E' proprio a questo che qualche ora prima si riferiva Umberto Bossi con l'aria di quello che un po' sta scherzando, usando però l'espressione "guerra civile" che in una battuta ci sta stonata. Guerra civile "se toccano Bergamo", dice infatti il Senatur dopo la conferenza stampa con la quale Giulio Tremonti e Silvio Berlusconi hanno illustrato i contenuti della manovra. Il leader del Carroccio risponde ai cronisti che gli chiedono della proposta, avanzata dai parlamentari finiani con una lettera aperta sul Secolo d'Italia, di "tagliare" tutte le province (mentre la manovra si è fermata a quelle inferiori ai 220 mila abitanti con l'esclusione di quelle frontaliere). Ma sulla questione "non ci sono novità", commenta Bossi, aggiungendo che "andare oltre sarà difficile" e che "se uno prova a tagliare la provincia di Bergamo, scoppia la guerra civile".

"Tagli duri ma inevitabili" dice il ministro delle Riforme commentando i provvedimenti del governo, "era giusto toccare alcune Province inutili, lo abbiamo fatto senza cancellare le altre". Poi, all'opposizione: "Alla fine la sinistra non può dire nulla perché è giusto risparmiare". E quella varata dal governo è una manovra "equa", soprattutto "per quanto riguarda i tagli dei costi dei politici, alla luce degli scandali e dei casi di corruzione che li hanno coinvolti.
Era necessario - insiste Bossi - mandare un segnale alla gente".

{affiliatetextads 1,,_plugin}Apprezzamento, da parte di Bossi, per la manovra e per il sostegno, ad essa, del presidente del Consiglio. "Berlusconi ha fatto bene ad avallarla - dice il Senatur - lui fa sempre la cosa giusta". Né dai contenuti della manovra intravede rischi per il federalismo, "no, non viene toccato", sottolinea, "è addirittura scritto, a scanso di equivoci, conoscendo i vizi 'taglierini' di Tremonti", scherza. Gli fa eco Roberto Calderoli che gli sta accanto, "scripta manent...".

Meno divertita è la reazione delle opposizioni. Secondo il Pd, infatti, "l'annunciata abolizione delle province è una farsa bella e buona" costruita su criteri "incomprensibili". "O si aboliscono tutte le province, oppure nessuna", scandisce la vicepresidente dei senatori Udc, Dorina Bianchi che invita anche a riflettere come "la soppressione delle province comporti anche la chiusura di presidi importanti, come le Prefetture'.

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