Contro la manovra mucche e trattori «invadono» Bari
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Nel corteo ci sono numerosi trattori, seguiti dalla mucca "Onestina la Bruna alpina" e dalla "Congrega dei flagellanti", gli imprenditori che hanno pagato multe non dovute e acquistato quote non necessarie, che fingono di flagellarsi per l’errore commesso. Numerosi anche gli striscioni e i cartelli di protesta issati dai manifestanti. Il corteo raggiungerà piazza Prefettura dove una delegazione della Coldiretti incontrerà il prefetto di Bari, Carlo Schilardi, per illustrare le proposte della confederazione sulla manovra economica del governo.
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Sono  a rischio cinquantamila posti di lavoro nelle campagne del Mezzogiorno,  delle aree svantaggiate e montane per effetto del raddoppio del costo  contributivo per i datori di lavoro nel settore agricolo, causato dalla  manovra finanziaria in approvazione alla Camera. Lo denuncia la  Coldiretti, in occasione della manifestazione dei coltivatori e degli  allevatori provenienti da tutte le regioni del Mezzogiorno a Bari, dove  si sono dati appuntamento in corteo, con il presidente nazionale Sergio  Marini, quasi diecimila partecipanti. 
«Sono questi - denuncia la  Coldiretti – gli effetti la mancata stabilizzazione nella manovra delle  attuali agevolazioni contributive per zone agricole montane e per zone  agricole svantaggiate accordata negli ultimi 5 anni e mezzo. A far data  dal 1 agosto 2010 per zone agricole montane e per zone agricole  svantaggiate scatterà - sottolinea la Coldiretti – un aumento  insostenibile dei contributi a carico del datore di lavoro, con  inevitabili ricadute sui livelli occupazionali che nel 2009, nonostante  la crisi, in queste aree hanno fatto segnare un importante aumento nel  numero delle giornate denunciate per gli operai a tempo indeterminato  (+963.356 giornate). La mancata proroga – continua la Coldiretti –  colpisce il processo di maggiore trasparenza nei rapporti di lavoro  messo in atto gli imprenditori onesti sono spesso esposti al fenomeno  della concorrenza sleale di soggetti che sfruttano la manodopera  illegale e l’occupazione in nero». 
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