E chissà che malumori serpeggiano ora nel partito di Bossi visto che effettivamente la caduta di Milano non può che arrecare grandi e non stimabili danni anche alla Lega Nord che potrebbe rivalersi sul Governo. Gli stracci volano dunque nel centrodestra milanese e nazionale anche se si aspetterà il ballottaggio per giungere alla fatidica e definitiva resa dei conti. Là dove il berlusconismo nasce negli anni 70 tra due settimane probabilmente terminerà portandosi via con se anche un sindaco, Letizia Moratti, che non è definibile certo come lo stereotipo del buon amministratore attento ai cittadini e all'ambiente.

Ma oltre la Lega Nord c'è qualcun altro che risulta essere affranto: Silvio Berlusconi. Il Premier infatti aveva posto la campagna elettorale amministrativa come una vera e propria campagna elettorale politica chiedendo che i milanesi andassero a votare una sorta di referendum sul suo nome. Era convinco infatti che sarebbe riuscito a raggiungere le 53.000 preferenze della scorsa volta. Amara sorpresa lo colse evidentemente quando ha scoperto di essere riuscito a raggranellarne appena la metà.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Ricordiamo come la Moratti Letizia probabilmente a corto di idee nonchè di proposte politiche per il futuro dell'ex capitale morale d'Italia tirò fuori dal cilindro, sapendo che il candidato del centrosinistra non avrebbe avuto diritto alla replica, un'accusa a Pisapia da lui definita calunnia. Ma evidentemente la politica delle offese, delle scarse argomentazioni e del non saper cosa fare non paga. E' sotto gli occhi di tutto il lassismo con cui la destra sta gestendo l'Expò, stritolata tra gli interessi dei diversi attori istituzionali che agiscono all'ombra dei grandi appalti e delle fragorose colate di cemento. A proposito di cemento è bene ricordare che in vista dell'Expò la Brichetto Arnaboldi e tutta la sua (ex)maggioranza hanno proposto per l'occasione un piano edilizio di 35 milioni di metri cubi di cemento che evidentemente ai cittadini non piace.

E' possibile perciò mandare definitivamente in soffitta il sindaco dal falso cognome sostenendo un radicale rinnovamento della città andando a votare Pisapia Sindaco.