Questa torre è al centro di numerose leggende ed è tanto amata dagli idruntini che hanno voluto fare di questa costruzione, un po’ ammaccata, il loro simbolo e ne hanno ripreso l’effige anche nello stemma cittadino. Proprio su questa antica torre, che si affaccia sull’Adriatico, sono nate antiche leggende che si tramandano da generazione in generazione creando intorno ad essa un velato mistero e un fascino avvolgente.

Il suo nome è proprio legato ad un’antica leggenda. Si ritiene che la sua costruzione risalga al periodo romano e che la torre avesse la funzione di faro. La leggenda narra che durante la notte, mentre i soldati si concedevano un po’ di riposo e cadevano in un sonno profondo, un serpente saliva puntualmente dalla scogliera e strisciava lungo le pareti della torre. Giunto alla sua estremità, beveva tutto l’olio della grande lanterna privandola del prezioso liquido che la teneva accesa. Il fanale smetteva di emanare la sua luce vitale e il serpente, contento e sazio, poteva ritornare al mare.

Si narra, altresì, che prima del 1480, anno in cui i Turchi saccheggiarono Otranto e uccisero gli ottocento martiri, questo popolo venuto da Oriente navigò lungo la costa adriatica in cerca di bottino. Fortunatamente anche quella notte il serpente fece visita alla torre e bevve il suo olio. Il faro si spense e gli Ottomani, non avendo alcun punto di riferimento per poter sbarcare, andarono oltre e saccheggiarono la vicina Brindisi. Otranto, in quella occasione, fu salvata dal serpe ed è anche per tale ragione che gli idruntini lo hanno fortemente voluto nel loro araldo dove è rappresentata con un serpente nero che l’avvolge.

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