locandina concerto in onore di San Luigi - Gallipoli - 2025

L’evento è inserito nel programma religioso delle celebrazioni in onore di San Luigi Gonzaga per l’anno 2025, organizzate dalla omonima Associazione presieduta da Giuseppe Bentivoglio.

Si esibirà il soprano Laura De Vita, accompagnata al pianoforte dal M° Luigi Solidoro, in un repertorio composto da inni sacri dedicati al santo. La guida all’ascolto sarà affidata a Samantha Maggiori.

In programma l’esecuzione di “Oh Luigi, vago giglio” del celebre don Lorenzo Perosi, che (si narra) lo compose direttamente dalla tastiera del maestoso organo “Serassi” della Basilica di Sant’Andrea a Mantova, la città della famiglia Gonzaga; “Vago giglio in cielo aulente” del meno conosciuto don Giuseppe Stanghetti, Officiale nella Sacra Congregazione De propaganda Fide nonché decano della facoltà di Filosofia nel relativo Ateneo Pontificio, spartito originale a stampa ritrovato dal Solidoro nel prezioso fondo musicale del dott. Luigi Provenzano.

E poi ancora “Salve! Risuoni un cantico” il più antico inno gallipolino dedicato a San Luigi giunto fino a noi, risalente al 1865 e composto da Vincenzo Alemanno su testo del sacerdote Francesco Sansò, prima esecuzione assoluta in tempi moderni, dopo oltre un secolo di oblio.

Non mancherà poi una vera e propria chicca musicale: “Oggi che è gioia e festa” del gallipolino Raffaele De Somma, su testo di autore ignoto, che ancora oggi viene eseguita a Monteroni di Lecce grazie alla trascrizione e ricostruzione (e conseguente arrangiamento per organo) che il maestro Antonio Martino fece qualche tempo fa delle antiche parti per banda ancora superstiti che si trovavano nella monteronese Chiesetta dell’Immacolata.

Il concerto si concluderà con l’emozionante “Oh del giardino italico”, l’inno che ha resistito al trascorrere del tempo e che ancora oggi viene eseguito a Gallipoli sia durante le celebrazioni liturgiche in onore del santo, sia durante la solenne processione con l’accompagnamento musicale della banda cittadina.
Un inno al quale tutti i fedeli gallipolini sono particolarmente legati, ma del quale non si conosce l’autore: si sa soltanto che i versi vennero scritti nel 1898 dal sacerdote Antonio Cavalera. Il maestro Solidoro (autore, tra l’altro, del volume “La Fanfara di Gallipoli” che ha ricostruito anno per anno l’evoluzione della banda della città jonica), ha provato ad avanzare delle ipotesi che, si spera, possano essere presto verificate: l’inno, per stile melodico, potrebbe appartenere al celebre musicista Francesco Luigi Bianco (o allo zio, il dottor Michele Perrin, appassionato musicofilo, autore anche lui di inni sacri). Considerazioni di carattere esclusivamente temporale lo inducono invece a indicare Prisciano Martucci come autore della composizione: il maestro, infatti, proprio nel 1898 dirigeva la Banda Comunale di Gallipoli, in netta contrapposizione con Raffaele De Somma, direttore della rivale Banda Popolare.

Ma a prescindere dall’attribuzione” spiega il maestro Solidoro “Tutta la musica sacra ha un immenso potere evocativo. Non è soltanto un semplice intrattenimento, è un momento mistico, di verità e bellezza, di preghiera e di fede profonda … è un ponte tra Terra e Cielo“.

Copyright ©Alessandra De Matteis