La presentazione del disegno di legge rappresenta un traguardo rispetto ad un percorso cominciato nell’Ottobre 2009 che ha visto la Regione Puglia impegnarsi, con delibera votata all’unanimità, in un primo momento nel riconoscimento dell’acqua come diritto umano e del servizio idrico privo di rilevanza economica, e conseguentemente nell’istituzione di un tavolo tecnico di lavoro per la presentazione di una bozza di legge che mettesse in pratica tali principi e che dunque prevedesse la ripubblicizzazione della S.P.A Acquedotto Pugliese.

La modalità di organizzazione del tavolo tecnico in vista della stesura di una prima bozza da presentare alla Giunta regionale, preannuncia già da sé l’innovazione che caratterizza questa proposta di legge, che ha visto infatti collaborare in misura paritaria giuristi e componenti della Regione e membri del Comitato Pugliese e del Forum Nazionale.
“Si tratta di una modalità nuova e davvero particolare che apre ad un esperimento di partecipazione” - ribadisce la Ciervo.
Sul fattore innovazione si pronuncia anche Corrado Oddi del Forum Italiano, il quale sottolinea la natura del disegno di legge, “risultato importante che nasce da un’esperienza di confronto fra responsabilità di governo istituzionale e ruolo dei movimenti e dei soggetti sociali”.

Sebbene si tratti di un disegno di legge che, dunque, a livello giuridico non produce nessun effetto, nel caso in cui venga approvato dalla prossima Giunta che si costituirà dopo le elezioni, trasformandosi così in legge regionale, consentirebbe l’avviamento del suddetto processo di ripubblicizzazione per il quale l’Acquedotto Pugliese che oggi è una società per azioni e dunque società di diritto privato, diventerebbe società di diritto pubblico e specificatamente azienda pubblica regionale “Acquedotto Pugliese” con l’acquisizione totale delle azioni da parte di Regione Puglia. Ma non solo.

{affiliatetextads 1,,_plugin}L’art. 6 prevede che divenuta azienda pubblica, nel rispetto dell’acqua come valore collettivo fondamentale alla sopravvivenza, la gestione dell’Acquedotto sia aperta alla partecipazione sociale.
Oddi segnala a tal proposito un’inversione di tendenza sancita dalla Regione Puglia rispetto al contesto nazionale, ponendosi in una posizione completamente nuova sia rispetto ai processi di privatizzazione sempre più incalzanti del settore idrico che caratterizzano l’Italia, sia rispetto alla definizione di gestione pubblica, ampliandola e giungendo all’idea di gestione pubblica partecipata. Mettendosi così, in questo settore, alla pari di città come Parigi.
“Abbiamo preso la rincorsa e forse ora siamo in grado di fare un salto verso il futuro”, esordisce il Presidente della Regione Nichi Vendola, intervenuto al dibattito come responsabile fattuale dell’avviamento di tale processo, e procede nel suo discorso, mappando la situazione dell’AQP dal 2005 a oggi.

Una situazione che ha visto l’azienda entrare in crisi per poi arrivare ad oggi, con la messa a punto di una “politica di compensazione rispetto a ciò che i pugliesi avevano subìto come sottrazione inappropriata di risorse” - afferma Vendola: attivazione dell’appalto per la ricerca perdite, internalizzazione dei lavoratori della depurazione sono alcuni fra i risultati già ottenuti.Sulla ripubblicizzazione, Vendola ribadisce come essa non sia sinonimo di politicizzazione bensì garanzia di controllo sociale da parte di lavoratori, associazioni, cittadinanza attiva ed enti locali.
Raggiunto questo traguardo, sull’efficacia a livello giuridico si deciderà dopo le elezioni che determineranno la composizione della Giunta che avrà il potere di approvare o no questo disegno di legge. A tutela della vittoria ottenuta dopo quasi 4 anni di intenso lavoro, e in virtù di questa situazione, le rappresentanze del Comitato Pugliese e del Forum Italiano, si vedranno impegnati nelle prossime settimane nel confronto con tutti i partiti che si presentano alle prossime elezioni regionali perché si esprimano in maniera chiara sulla posizione rispetto alla gestione del servizio idrico e sulla possibilità di portare ad attuazione questo disegno di legge, preferibilmente entro i primi 100 giorni di legislatura.
Seppur si tratti di un’idea, sarà dunque determinante la presa di coscienza di questo diritto da parte dei cittadini, che sono alla base di ogni scelta democratica: l’acqua, il pneuma della vita, valore da difendere o valore economico da conseguire?

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