I dati, diffusi dal sito degli economisti Boeri, Giavazzi e Perotti «lavoce.info» e basati su fonti Istat e Eurostat, raccontano di una Puglia che tra il 2004 e la fine del 2008 è cresciuta e quei dati - sottolinea Vendola - certificano che «la poesia è nei fatti», che le filastrocche di questa sua campagna elettorale raccontano una realtà profondamente mutata. Il turismo? «È cresciuto fino a diventare un caso europeo». La sanità? «Ora viaggia sull’elettronica e consente a qualsiasi cittadino di orientarsi». La criminalità organizzata? «I beni confiscati sono diventati centri di produzione culturale». Il lavoro nero? «Abbiamo prodotto la legge più avanzata d’Europa nella lotta al caporalato nei campi». E ancora, l’alta velocità, la sinergia tra i porti, i distretti tecnologici, la cultura «che prima veniva tagliata e che oggi è diventata un’industria». Risultati costruiti passo passo «risvegliando la bella addormentata nel bosco, la Puglia che trovammo - sottolinea Vendola - nel 2005, una Puglia con l’elettroencefalogramma piatto».

{affiliatetextads 1,,_plugin}Allora ci fu la più dura battaglia sulla sanità e il governatore Fitto perse contro lo sfidante Vendola. Oggi - a guardare il sondaggio pubblicato dal Sole 24 Ore pochi giorni orsono - la sanità è una delle ultime preoccupazioni dei pugliesi. «Fitto non perse per la sanità - dice Vendola - il problema fu che la Puglia di Fitto non convinceva più neanche gli attori forti, il sistema di impresa e le famiglie, perché non prospettava una visione dello sviluppo. Era la Puglia neocorporativa, del galleggiamento, dove non c’era il racconto ma solo dagherrotipi illividiti, con un centrodestra che, morto Tatarella, non ha più avuto una classe dirigente». La nuova Puglia, incalza il governatore, non si è costruita con singoli pezzi, delibere a se stanti, ma con un disegno, un progetto di sviluppo, un mosaico dei tanti pezzi di Puglia da governare. E «la produzione industriale di fango, di diffamazione» del Pdl non può cancellare la realtà. «È una Puglia scongelata dopo 10 anni di ibernazione» e che ora il governatore intende proiettare nel «secondo tempo» del suo governo.

Articolo di: Bepi Martellotta
Fonte: “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 12 Marzo 2010