Vendola arriva intorno alle 21, accolto da tradizione come una rock star, con flash che si sprecano, frotte di anime, alla ricerca di una stretta di mano, di un saluto, di una parola rubata in pochi attimi di possibilità. E la piazza che si apre al suo sguardo lo galvanizza, per un intervento che torna a riferire della sua “Puglia migliore”, con un’energia tale da consumare persino il fiato. Nella tana di Fitto, il governatore uscente rimarca la differenza tra la sua idea e l’atteggiamento di quella classe dirigente, che “non ha avuto amore per questa terra e le sue storie”.

“Loro non si sono mai occupati” scandisce come una litania dal palco di piazza Capece, elencando i danni dell’arsenico, del mercurio, delle polveri sottili “che volano nel cielo di Puglia”, le colpe di chi “ha ordinato al Cipe di stravolgere il progetto della strada parco”, e non si è interessato devastazione della costa, della falda, dei pozzi, ma soprattutto “delle vite, dei precari in carne ed ossa”, “perché – sottolinea Vendola - la destra in dieci anni era diventata una fabbrica di precarietà: tutti precari, perché gli piaceva tenere la gente al guinzaglio, per poterla ricattare”.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Vendola ricorda di aver stabilizzato “operai ridotti in schiavitù” come quelli della forestazione, di aver avviato la stabilizzazione dei lavoratori precari del 118, dentro un percorso “che ha come orizzonte il lavoro come diritto, il lavoro come civiltà, il lavoro come cultura, il lavoro come libertà”. Il governatore uscente critica Berlusconi, in quanto “di fronte alle tante platee di disperati, è impegnato dalla mattina alla sera a mettere la museruola ad Annozero”.

Parole di affetto il presidente le rivolge al tema della disabilità, “un mondo che oggi patisce anche la volgare ignoranza, la violenza verbale di una classe dirigente che ha sdoganato il lessico dell’intolleranza e del razzismo”, ricordando il “cambio di filosofia” in una regione che “nel 2005 era all’ultimo posto per la spesa sociale, perché questa sembrava un optional”, grazie all’assegno di cura per le famiglie con a carico persone con disabilità e con l’offerta di 10mila computer per altrettanti disabili. E sulle donne dichiara: “Oggi viviamo in un’Italia, in cui il corpo di donna torna come corpo del reato e gingillo di piacere di un maschilismo di regime. Che poi, se posso dire, ho visto che, secondo il presidente del consiglio, le donne, per fare politica, devono avere una certa gradevolezza estetica, vorrei chiedervi: perché questo criterio non vale anche per i maschi? Vi pare esteticamente gradevole Ignazio La Russa?”.

“In Puglia – chiarisce - abbiamo svegliato la bella addormentata del bosco. La Puglia di 5 anni fa, com’era? Nessuno conosceva questo nome fuori dall’Italia e oltre le Alpi: due milioni di turisti che passavano senza comprare nemmeno un caffè, arrivavano a Brindisi e prendevano il traghetto per la Grecia. Vedevamo sotto i nostri occhi questa ricchezza che andava via, perché per dieci anni una classe dirigente, mentre in Andalusia il turismo cresceva del 45%, l’Irlanda dell’87%, nella lontana e fredda Lapponia del 112%, negli anni della destra il turismo in Puglia è cresciuto dello 0,01%, perché l’encefalogramma è piatto”. Vendola evidenzia come le sue politiche giovanili siano “le più avanzate d’Europa”: “Abbiamo guardato – precisa - alle giovani generazione, andando oltre la gabbia di solitudine e noia e di disperazione in cui le classi dirigenti hanno cooptato la gioventù e abbiamo provato a costruire politiche che dessero coraggio ai giovani, che entrassero nelle case dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze, che sortissero l’effetto di aprire il cassetto in cui il ragazzo tiene chiuso il suo genio, la sua energia, il suo talento, ridandogli speranza”.

Il governatore non nasconde le ombre, torna sulla questione morale e cita l’affermazione di San Paolo, che recita “La verità vi farà liberi dal peccato”, evidenziando una differenza “tra noi e la destra”: “Quelli coinvolti nelle scandali delle inchieste – afferma -, per la destra sono tutti candidabili; io non ho avuto come qualcun altro sei assessori arrestati, ho avuto un avviso di garanzia per un assessore, eppure ho azzerato la giunta”.

Vendola grida alla piazza di “aver rimesso in cammino la Puglia”, di averle “dato l’orgoglio di questa terra”, di “averla raccontata in giro per il mondo”. Quindi, critica il sindaco di Maglie, Antonio Fitto per il suo comportamento “scorretto” in materia di rifiuti e su quest’ultima evidenzia come sia stata “la più sterile invenzione elettorale”, visto che, “guarda caso, la crisi dei rifiuti sta sempre nei dintorni di Maglie”: “Ci vuole veramente coraggio e una faccia di bronzo – dichiara - e tuttavia, nella mia idea di politica, penso sia meglio non rispondere ad una polemica, ma lasciarli parlare, tanto loro non prospettano mai un’immagine positiva, una visione del futuro della Puglia: sono branchi di arrabbiati, di frustrati. Noi non dobbiamo amare il vuoto del potere, ma il verbo potere, ossia il potere cambiare la vita delle persone, il poter contribuire, partendo dalla Puglia, a mettere in essere le condizioni per una nuova Italia”.

Qualche fischio sparuto si avverte qua e là, con infiltrati disturbatori selezionati: fischiare non è certo un argomento, ma rientra nella legittimità dei diritti. Ma le contestazioni sono spente da Vendola con una battuta: “Stasera sono musica per le nostre orecchie, sono il segno di una frustrazione, perché sanno già di aver perso”. La voce inizia a scemare ed un altro comizio attende Vendola (il nono della giornata per l’esattezza), ed il governatore si congeda ringraziando la Biblioteca di Sarajevo e dichiarando: “Vi ringrazio, ma non vorrei far venire un coccolone a chi di fiato ne sta sprecando più di me. Questa è stata la più bella serata della mia campagna elettorale: non sentiamo la politica come rissa, ma come un’occasione di crescita culturale, per scambiare parole e sentimenti, per raccontare le nostre storie”.

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