Tra l’altro - continua Stefàno- tutto questo porta a una diversificazione dell’offerta, in grado di soddisfare tutte le esigenze di tutti i palati. Noi dell’Assessorato stiamo investendo risorse per la produzione di vini biologici e notiamo con soddisfazione come tutto ciò stia coinvolgendo in modo prepotente le nuove generazioni dia agricoltori, humus indispensabile per il futuro”.

{affiliatetextads 1,,_plugin}“L’agricoltura biodinamica – conclude l’assessore- non deve configurasi come una moda per creare un interesse da parte del consumatore applicando un inutile e vuoto marchio in più sul prodotto ma deve essere innanzitutto una cosciente e seria applicazione di quelle tecniche che consentono una maggiore attenzione per la terra, tipica espressione dei contadini di poche generazioni fa. Il vino biodinamico è un’ulteriore esperienza per valorizzare il legame territorio – bottiglia,che in questa fase di globalizzazione fa aumentare la competitività della nostra produzione. Nel disorientamento generale, cresce l’interesse dei consumatori verso vini a "più alto valore intrinseco" in termini di storia, tradizioni e territorio, dicono gli esperti. E le coltivazioni rispettose dell’ambiente esaltano la specificità dei singoli luoghi. E ora che la forbice di prezzo con i vini tradizionali si è attenuata, il vino biologico ha retto bene alla crisi”.

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