Per tutte queste ragioni, prima della conversione del decreto alle Camere sarà assolutamente necessario approfondire il confronto con il mondo musicale, le parti sociali, le forze politiche, con lo scopo di modificare il decreto rendendolo più adeguato a conseguire l’ambizioso obiettivo di rilanciare la cultura musicale italiana. Per parte mia, mi permetto di segnalare una questione che riguarda la mia terra, e che rappresenta per la comunità, e non solo pugliese, un punto fondamentale. La Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari, ultima nata tra le Fondazioni italiane, ha appena avviato le sue attività nel celebre Teatro con tanti sforzi ricostruito. La Fondazione come è noto non è ancora dotata di una Orchestra e di un Coro stabili, la cui costituzione rappresenta la condizione primaria e indispensabile per la stessa sopravvivenza dell’istituzione e per il conseguimento degli obiettivi che la legge (e lo stesso decreto testé approvato) assegna alle Fondazioni.

{affiliatetextads 1,,_plugin}E dunque, l’impedimento a fare concorsi contenuto nel decreto, nel caso dovesse permanere senza una specifica deroga relativa al Teatro Petruzzelli, sancirebbe la morte sul nascere della neonata Fondazione e precluderebbe in modo irreversibile la possibilità di creare in Puglia un sistema musicale di eccellenza. E’ appena il caso di ricordare che in passato la rinascita di un Teatro (valga il caso di Venezia) è stata sempre accompagnata da precise iniziative di sostegno da parte del Ministero; non si comprende pertanto come mai, nel decreto, non si sia tenuto in alcun conto il fatto che la Fondazione Petruzzelli non sia dotata dei necessari corpi artistici, e non si sia prevista una deroga specifica. Non voglio pensare che da parte del Governo ci sia stata una volontaria intenzione di penalizzare una realtà così importante quale quella del Teatro Petruzzelli, né voglio credere che si tratti di una decisione esplicitamente rivolta a danneggiare il Mezzogiorno e la Puglia oltre che la cultura.

Ritengo piuttosto che, nella fretta della decretazione d’urgenza, questa specificità sia stata in qualche modo dimenticata. Mi permetto perciò, caro Ministro, di rappresentare a Lei, così come farò con le forze politiche presenti in Parlamento, la centralità di questo problema, nella certezza che in sede di conversione si potrà ovviare a questo così come ai molti altri problemi presenti nella attuale stesura del decreto. (COM-NLO)