«Il sottosegretario ha ricevuto informazioni sbagliate», tuona Marcello Str azz eri, preside della Facoltà di Scienze sociali di Brindisi, che spiega: «Il corso di laurea in Scienze politiche è stato disattivato da un anno, anche se chi si era iscritto a Brindisi sta ter minando il corso di studi qui. La facoltà che dirigo ha tre corsi di laurea che non hanno assolutamente doppioni a Lecce: sono quelli di Sociologia, di Servizi sociali e Politiche del territorio. I primi due, cioè Sociologia e Servizi sociali, sono stati già disattivati a Lecce, consentendo sempre a chi si era iscritto di concludere l’anno lì.

Altra cosa che tengo a sottolineare è che da noi non ci sono sprechi, perché la facoltà beneficia di un contributo decennale da parte degli enti locali brindisini, cioè Comune, Provincia e Asl, che si sono accollati gli oneri di funzionamento e pagano ogni anno all’Università un milione di euro». Poi aggiunge: «Non abbiamo creato doppioni, abbiamo puntato alla diversificazione e non abbiamo nemmeno attivato corsi che creano disoccupati come è stato detto: l’80 per cento dei laureati della nostra facoltà trova lavoro entro i tre anni dal conseguimento del titolo. Si tratta di vedere se l’oc - cupazione corrisponde al titolo di studio, ma basta prendere i dati di Almalaurea per avere conferma di quanto sto dicendo». Strazzeri annuncia poi che a supporto degli insegnamenti di stampo storico, giuridico, sociologico, nonché politologico ed economico, saranno attivati nuovi insegnamenti linguistici - dal turco all’arabo, all’al - banese, che si aggiungeranno alle lingue canoniche, quali inglese, francese e tedesco - per favorire l’inserimento lavorativo nell’area mediterranea. Infine, tiene a sottolineare: «Non vale la distinzione tra facoltà umanistiche e scientifiche se si ha un orizzonte di sviluppo complessivo».

{affiliatetextads 1,,_plugin}Sulla stessa linea, la replica di Gio - vanni Invitto, preside della Facoltà di Scienze della Formazione: «Sicuramente all’onorevole Mantovano hanno passato gli appunti sbagliati, forse quelli di qualche anno fa - attacca - perché nella nostra facoltà non ci sono più da due anni i corsi di laurea in Filosofia. Abbiamo un corso triennale e uno specialistico in Pedagogia, abbiamo il corso di Psicologia, anche questo un tre più due, e un corso interclasse all’in - terno del quale lo studente al terzo anno decide se acquisire la laurea in Psicologia o in Pedagogia. Tra l’altro, i corsi interclasse sono incentivati dal Ministero. I nostri corsi sono tutti a numero chiuso, e tra l’altro abbiamo ridotto di un terzo le possibilità di iscrizioni che la legge ci consentiva. Io non voglio entrare in polemica con l’onorevole Mantovano, che stimo molto come politico, ma le cose stanno diversamente da come lui le ha descritte».

Non è diversa la posizione del preside della facoltà di Ingegneria, Vito Dattoma, il quale ricorda che se esistono due facoltà di Ingegneria industriale è perché lo ha stabilito il Senato accademico per far nascere a Brindisi il corso di laurea magistrale in Ingegneria aerospaziale. Per supportare questo corso, in sostanza, è stato convertito il corso triennale in Ingegneria gestionale di Brindisi in Ingegneria industriale, mentre a Lecce sono stati accorpati i due corsi di Ingegneria meccanica e di Ingegneria dei materiali in un unico corso di Ingegneria industriale. Questo perché, spiega D’Attoma, «con i professori che abbiamo non avremmo potuto sostenere i tre corsi di laurea». Quanto al corso di Ingegneria rinascimentale, spiega che si tratta di un corso extracurriculare istituito cinque anni fa con il supporto di una fondazione privata e ha lo scopo di integrare la formazione del laureato ingegnere con insegnamenti di contenuti umanistici e di scienze sociali.

Flavia Serravezza - Gazzetta del mezzogiorno 12 maggio 2010