In Italia buste paga più magre di 3,9 miliardi di euro per 600mila lavoratori
La provincia di Foggia registra la stessa tendenza nazionale: diminuiscono del 18,85 per cento le ore di cassa integrazione ordinaria nel periodo di riferimento, restando sempre altissime - 2,2 milioni contro le 2,7 registrate tra gennaio e ottobre 2009 - mentre le ore di Cigs (straordinaria più cassa in deroga) passano da 290mila a 1,14 milioni. Nel Paese la cassa integrazione ha sfondato il tetto del miliardo di ore, interessando 600mila lavoratori, con buste paga più magre di 3,9 miliardi di euro.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Cassa integrazione straordinaria, in Capitanata 490mila ore
Colpisce a livello provinciale proprio la crescita esponenziale del ricorso da parte delle imprese alla cassa integrazione straordinaria e in deroga: nel primo caso si tratta di imprese che hanno già esaurito il periodo di Cigo concesso dalla normativa, di crisi di particolare rilevanza o soggette a riconversioni aziendali; allo stesso modo ricorrono alla cassa straordinaria anche le imprese assoggettate a procedura concorsuale di fallimenti o liquidazione coatta. Le sole ore di cassa integrazione straordinaria sono state 690.696, rispetto alle 199mila dei primi dieci mesi del 2009 e con un aumento del 246%. A far schizzare le ore soprattutto la trasformazione di minerali e l´industria chimica (rispettivamente 181mila e 159mila ore rispetto a zero dello scorso anno), l´industria meccanica (153mila ore, furono 36mila nel 2009).

Esplode la cassa in deroga, +400% rispetto al 2009
In provincia di Foggia tra gennaio e ottobre 2010 si sono registrate 455.062 ore rispetto alle 90mila dello scorso anno, con un aumento del 400,55%. A trainare la crisi soprattutto il commercio, che passa dalle 23mila ore dello scorso anno alle 156mila del 2010. Colpiti anche straporti e comunicazione, 44mila ore rispetto a zero del 2009, così come il settore di carta e poligrafici, che che registrano 32mila ore di cassa in deroga.

Tra le imprese che stanno facendo ricorso alla cassa integrazione straordinaria in provincia di Foggia, la Bellaria di Ascoli Satriano (mobili, crisi aziendale), la Icoma. di Manfredonia (produzioni meccaniche, amministrazione straordinaria), la Gimpac di San Giovanni Rotondo (prefabbricati in cemento, crisi aziendale), la Imeltel di Poggio Imperiale (cablaggi elettrici, crisi aziendale), la Imar di Manfredonia (carpenterie meccaniche, crisi aziendale), l´Ala Fantini di Lucera (laterizi, crisi aziendale), la Somacis Group di Manfredonia (circuiti stampati, crisi aziendale), la Puliservice di San Giovanni Rotondo, (servizi per aziende, crisi aziendale).


La Cgil di Capitanata: rischio altissimo di crisi senza ritorno
“Si tratta di dati molto preoccupanti – commenta Franco Persiano, segretario provinciale della Camera del Lavoro di Foggia-. Dimostrano come la crisi sia ben lontana dall´essere superata e che anzi s´allarga a tutti i settori. Emblematici i dati relativi alla cassa integrazione in deroga, che vale per quei lavoratori sospesi da aziende che hanno terminato il diritto a ricorrere ad altre forme di ammortizzatori o per quei dipendenti che prima non avevano diritto al paracadute sociale”. Oltre a richiedere con forza al Governo interventi strutturali sulla cassa integrazione e sulle politiche industriali, per la Cgil “questi dati preoccupano soprattutto in territori del Mezzogiorno come la Capitanata, dove lo sforzo per attrarre investimenti e imprese è sempre difficile, anche per una serie di negatività di contesto – sottolinea Persiano – e dove è altissima la probabilità che i posti di lavoro che stiamo perdendo oggi sarà difficile recuperarli nel breve periodo quando la fase di recessione sarà superata”.

{affiliatetextads 2,,_plugin}Una ragione in più, l´appello che lancia il segretario provinciale della Cgil, “per manifestare con noi il prossimo 27 novembre, quando saremo in piazza a Roma per chiedere politiche pubbliche che sostengano l´occupazione e i redditi da lavoro e pensioni con sgravi fiscali, contro il precariato per un lavoro stabile e dignitoso, per un welfare e diritti di cittadinanza inclusivi, per il diritto alla conoscenza, soprattutto per il Mezzogiorno, il grande dimenticato nell´agenda di un governo schiacciato sul Nord e incapace di dare risposte in grado di incentivare la ripresa e la crescita del sistema Paese”.