Economici, prima di tutto, con ripercussioni drammatiche sull’operatività e sull’organizzazione del lavoro. Basti pensare che sarebbe attualmente in discussione al Viminale l’eliminazione delle volanti notturne nei commissariati sezionali diretti da un funzionario direttivo. Proviamo a spiegare meglio: esistono, in ogni città, commissariati diretti da un primo dirigente, che hanno una maggiore giurisdizione territoriale, e commissariati guidati da un vice questore aggiunto, che hanno una competenza minore. L’idea sarebbe allora quella di mantenere le volanti notturne solo nei primi, eliminandole nei secondi. Peccato che tra i “secondi” ci siano commissariati come quello di Porta Nuova a Palermo, che ha giurisdizione anche su Monreale (Comune altro rispetto a Palermo). Con buona pace dei controlli notturni nelle zone ad alta esposizione mafiosa. Oppure come la scelta, adottata circa un mese fa dall’amministrazione, di abbassare il tetto degli straordinari a 35 ore mensili (dalle 55 di prima). Chi vuole lavorare di più può farlo, certo, ma a titolo gratuito.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Il ministro Brunetta nel maggio scorso ha definito i poliziotti “panzoni”. Del resto, quando non si dà la possibilità ai giovani di accedere al servizio direttamente, dopo un concorso pubblico e ci si limita a preferire chi ha già svolto un anno nell’esercito, in marina o nell’aeronautica, il turn over non è proprio semplicissimo. L’età media dei poliziotti si è innalzata a 43 anni, e le pance crescono. “Non ci sono concorsi pubblici dal 1996 – spiegano da una Questura – allora è come dire ad un ingegnere che, prima di poter svolgere la professione, deve fare un anno da capo cantiere. Una scelta, tra l’altro, che penalizza le donne, che ci pensano due volte prima di farsi un anno nell’esercito”.

Per non parlare dei mezzi di trasporto: poche auto, vecchie e bisognose di manutenzione, oppure non ancora immatricolate perchè non ci sono i soldi per farlo. O della tecnologia: negli sportelli-denuncia non esistono computer che siano in rete con le Procure, o mail certificate. Questo significa che ogni mattina un poliziotto parte dal commissariato e si reca in Procura per le segnalazioni. Uno spreco di tempo e di denaro enormi, a fronte dei tagli che sono stati operati negli ultimi anni per il comparto sicurezza.

Gli ambienti di lavoro sono spesso fatiscenti, in qualche caso - denunciano i sindacati - anche esposti a pericolose radiazioni delle scorie depositate negli anni.

Rispetto a tutte queste rivendicazioni, finora è giunta solo una lettera ai sindacati del capo della polizia, Antonio Manganelli, che spiega come si intenda riorganizzare il ruolo degli psicologi. “Sono in corso - spiega il Prefetto - i lavori preparatori per la definizione di un nuovo assetto ordinamentale del ruolo degli psicologi, nonchè un’ipotesi di riorganizzazione del settore a livello centrale che prevede l’istituzione di un Servizio di psicologia”. Per il resto, una serie di incontri tra i sindacati e l’amministrazione, senza alcun risultato concreto. Il ministro Maroni ha proposto che vengano destinati alla polizia i soldi recuperati con lo scudo fiscale o sequestrati alla mafia. Così gli stipendi di chi ci deve difendere avranno l’odore di chi delinque.

da Il Fatto Quotidiano n°31 del 28 ottobre 2009