Ecco alcuni passaggi della lettera
I treni ad alta velocità stanno rivoluzionando il modo di viaggiare degli italiani e contribuiscono ad “avvicinare” le città
{affiliatetextads 1,,_plugin}offrendo un’alternativa valida e concorrenziale all’aereo. Con il completamento della rete AV Torino - Salerno, pronta al lancio il 13 dicembre prossimo, entra a pieno regime la “metropolitana veloce d’Italia” e si compie l’ultimo, decisivo passo verso la rivoluzione della mobilità italiana. Nei giorni scorsi l’amministratore delegato delle Ferrovie, Mauro Moretti, ha annunciato l’ulteriore abbattimento dei tempi di viaggio, con i nuovissimi “Freccia rossa” che di fatto si pongono come alternativa agli aerei. La tariffa su questi treni superveloci costa un quarto rispetto a quella dell’aereo con alto confort: saramno dotati di linee telefoniche e internet senza interruzioni e di qualità per chi vuole navigare o usare il suo telefonino. Tutto questo sulla linea Torino-Salerno. Insomma, tutti i grandi investimenti per velocizzare i collegamenti ferroviari riguardano tutto il nord Italia e il versante tirrenico della Penisola, ignorando l’esistenza della Puglia che pure rappresenta tuttora un’area importante del Paese e che merita – proprio in funzione dalla sua penalizzazione geografica – ancora più attenzione rispetto a zone più vicine al centro nevralgico dell’Europa. Non solo, la nostra Regione continua ad essere – forse ancor più che in passato – una porta di collegamento con l’Oriente e con le principali nazioni che si affacciano sul Mediterraneo. L’interruzione alla linea dell’alta velocità, che si ferma in Campania, crea di fatto una frattura e penalizzando questa parte dell’Italia accresce una disparità di trattamento rispetto alle altre regioni. Chi ha programmato questi percorsi, trascurando completamente la nostra area geografica, probabilmente ignora che la prima “linea ad alta velocità” ferroviaria della storia terminava proprio nella stazione marittima di Brindisi. Dal 1870 al 1914, infatti quella linea - denominata “Valigia delle Indie” - collegava Londra a Bombay conducendo viaggiatori e merci sino a Brindisi da dove si imbarcavano per l’Oriente. Questo percorso consentiva di risparmiare ben tre giorni rispetto a chi decideva di raggiungere l’India imbarcandosi dal porto francese di Marsiglia. Guardacaso tale servizio – che aveva proiettato Brindisi e la Puglia a livello mondiale (tanto che anche Gandhi scelse questa linea per ritornare in India) fu all’improvviso eliminato per mancanza di investimenti del governo italiano che non si preoccupò di potenziare le nostre infrastrutture portuali, portando le compagnie proprietarie dei piroscafi a preferire altri scali. Ancora una volta, dopo quasi un secolo, la storia si ripete. Gli ultimi governi, hanno deciso di potenziare i collegamenti ferroviari - e di fatto di migliorare l’economia - di alcuni territori, penalizzando nuovamente Brindisi e la Puglia.

Il presidente Napolitano ha dichiarato proprio in questi giorni che “grazie anche a queste opere si consolida materialmente e anche sul piano delle relazioni umane l’unità nazionale e i rapporti tra il Nord a Sud”.
"Ecco – spiega Ferrarese per chiarire i motivi che lo hanno spinto a scrivere al Capo dello Stato – penso che sia giunto il momento che anche questa terra venga considerata parte attiva del Paese. Ma per sentirsi uniti bisogna essere anche collegati”.

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