Un Borgo nel quale vivono e lavorano circa 1.500 persone,  a quasi 18 chilometri a nord-est di Cerignola. Circa sei anni fa la comunità venne a conoscenza casualmente, “dato che nessuna istituzione politica ne parlò prima”, dell’imminente costruzione di un “termovalorizzatore di biomasse”. Ad imporre l’inceneritore nel territorio di Borgo Tressanti sembra ci fu {affiliatetextads 1,,_plugin}la spinta del comune di Manfredonia, che “invece di installarlo nella zona industriale relativa all’area ex Enichem, “decise di istallarlo ai limiti del proprio confine, quasi 30 chilometri lontano dalla sua città,  proprio ai confini del territorio di Cerignola”. Il nascente sito dovrebbe nascere infatti in contrada Paglia a 3 chilometri da Borgo Mezzanone (piccola frazione di Manfredonia) e 5 chilometri dal centro di Borgo Tressanti. Già nel maggio del 2003, e sempre presso la palestra scolastica di Borgo Tressanti, ci fu l’incontro-dibattito con il sindaco di Manfredonia, Paolo Campo. Campo avrebbe promesso di “visionare i documenti dell’impianto” sostenendo che “che l’impianto avrebbe bruciato esclusivamente biomasse (scarti della produzione agricola)”. Nel 2005, ci fu un’altra conferenza pubblica nella sala consiliare del comune di Cerignola, con il professor Federico Valerio, direttore del Dipartimento di Chimica Ambientale dell’Istituto Tumori di Genova.

L’esperto chiarì qualsiasi dubbio spiegando la pericolosità di un inceneritore di rifiuti e anche le alternative all’incenerimento. Il luminare parlò infatti della raccolta differenziata porta a porta come “il modo migliore per preservare e mantenere le risorse naturali, a vantaggio delle generazioni future, oltre a incrementare posti di lavoro, riusare e riutilizzare i rifiuti, dalla carta alla plastica, contribuendo così a restituire e conservare un ambiente “naturalmente” più ricco”. Nel 2005, con le elezioni comunali e regionali, ogni schieramento politico si schierò contro i termovalorizzatori, come l’attuale presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, che affermò di essere contrario e che addirittura ne avrebbe impedito la costruzione in Puglia. Il comune di Manfredonia, nel frattempo, avrebbe continuato a rilasciare i permessi per costuire al gruppo Mercegaglia. Nel dicembre del 2005, denuncia la redazione di Italiaterranostra.it, la ricerca giornalistica relativa al nuovo inceneritore fu interrotta per una settimana. Il gruppo fu convocato in prefettura per “cercare un accordo”: all’incontro parteciparono i tecnici del gruppo Marcegaglia e quelli incaricati da Provincia, Comuni di Cerignola, Manfredonia e l’Associazione Culturale Giovani per l’Ambiente di Borgo Tressanti.

Nel frattempo si organizzò (9 dicembre) una manifestazione a Foggia per sensibilizzare i comuni limitrofi. Da piazza Cavour partì un corteo di oltre 700 persone fino in prefettura dove ci fu un altro incontro tra i delegati della Marcegaglia, i rappresentanti dell’Associazione culturale Giovani per l’Ambiente di Borgo Tressanti e alcuni sindaci, i tecnici della Provincia, l’Assessore Regionale Elena Gentile, le associazioni di categoria Cia, Coldiretti e Unione Agricoltori. Allora emerse un dato certo sul combustibile utilizzato dal gruppo Marcegaglia per la produzione di energia elettrica: l’80 per cento di Cdr (combustibile da rifiuti), il 20 per cento biomasse. “Finalmente fu chiaro a tutti che si sarebbero bruciati esclusivamente rifiuti”. In seguito si organizzarono altri incontri “ma senza esito”, perchè tanto il gruppo Marcegaglia quanto il comune di Manfredonia continuarono a sostenere la validità del progetto “senza neanche prendere in considerazione l’idea di installare l’impianto nella zona industriale sipontina”.
Dopo aver acquisito i documenti dell’impianto il sindaco di Cerignola , Matteo Valentino (eletto nelle precedenti comunali) avrebbe insistito per l’attivazione di un tavolo regionale o provinciale per aprire il confronto tra i territori interessati dalle emissioni della centrale. Agli inizi del 2007 in occasione della consegna delle chiavi della città da parte del comune di Cerignola al presidente Vendola, il gruppo giornalistico di Italiaterranostra incontrò il presidente Nichi Vendola, che avrebbe sostenuto che “la Regione non poteva sostenere un spesa di risarcimento danni così elevata, dato che la ditta aveva recepito i finanziamenti pubblici avuti con il contratto d’area nella zona industriale del comune di Manfredonia”.  Nell’inchiesta fu coinvolto anche il dottor Stefano Montanari, scopritore, insieme alla moglie la dottoressa Antonietta Gatti, delle nano particelle, naturalmente prodotte dagli inceneritori e titolari della Nanodiagnostics, un’azienda di consulenze scientifiche nei settori della medicina, dell’industria e dell’ecologia, di Modena. Montanari avrebbe chiesto agli amministratori pugliesi, dopo una lunga analisi, di non  costruire l’impianto in questione dato che avrebbe procurato “danni irreversibili all’ambiente e alle persone”.  In seguito ci fu incontro a Bari con l’assessorato all’ecologia Michele Losappio. Il gruppo sostenitore dell’inchiestariuscì ad ottenere la valutazione di impatto ambientale sul nascente impianto di Borgo Tressanti ,  “dato che il progetto della centrale prevedeva una potenza termica di 48,8 megawatt termici ed era alimentata con almeno il 20 per cento di biomasse per tanto non soggetta alla valutazione di impatto ambientale”. Recentemente, il gruppo Marcegaglia avrebbe presentato n nuovo progetto per una centrale avente una potenza termica di circa 61megawatt termici alimentabile esclusivamente con 135 mila tonnellate di CDR  prodotto nell’impianto posto a fianco della centrale, che nel frattempo è stato costruito. Con il tempo “le varie associazione di categoria si sono eclissate” abbandonando il problema, “insieme all’ex sindaco Valentino”, a causa  delle “elezioni alla provincia di Foggia alle quali era candidato come presidente Paolo Campo (sindaco di Manfredonia)”. L’incontro di lunedì sera a Foggia, nella palestra di Borgo Tressanti mira pertanto a riprendere la questione, a continuare a valutare le future azioni da intraprendere per evitare la costruzione dell’inceneritore nel territorio foggiano.

Giuseppe Defilippo - http://www.statoquotidiano.it