Per di più deriva anche da un vincolo istituzionale. Il consiglio regionale mi ha assegnato un mandato preciso: muovermi in assoluto contrasto con l’idea di collocare un rigassificatore nella pancia di Brindisi. Impianto, lo ricordo, che è oggetto di un’indagine della magistratura ed è stato progettato senza la consultazione delle popolazioni locali». Questo aspetto, tuttavia, pare essere superato dalle recenti convocazioni al tavolo ministeriale. «La Regione, la Provincia e il Comune ­rievoca Vendola - sono stati convocati solo per un’audizione. Hanno tuttavia potuto rappresentare la contrarietà degli enti locali all’insediamento. Si è trattato di un diniego concorde, sostenuto da gigantesche manifestazioni popolari».

Quale atteggiamento assumere dopo le ultime decisioni? «Bisognerà tener conto di quello che verrà descritto negli atti amministrativi. Ad ogni modo, faremo tutto quello che è nelle nostre forze - dal punto di vista giuridico, istituzionale e politico - per impedire uno sfregio ai danni di Brindisi e della Puglia». Non l’unico tema su cui Vendola ha polemizzato con il governo. Ieri è tornato ancora sull’annosa vicenda dei Fas. I fondi per le aree sottoutilizzate non sono state sbloccati neppure nella riunione del Cipe (comitato interministeriale per la programmazione economica) tenutasi ieri. Per Vendola di tratta dell’ennesimo «bluff» da parte dell’esecutivo. «Il 2009 sta per concludersi - dice - e dei Fas nemmeno l’ombra. Bene ha fatto il presidente della conferenza delle Regioni, Vasco Errani, a chiedere che il prossimo incontro Stato-Regioni si celebri solo dopo lo sblocco dei Fas». Il ministro Raffaele Fitto ha garantito che la questione sarà risolta«alla prima riunione del Cipe, dopo le festività: la riunione di oggi (ieri, ndr) è stata rapidissima». «Qualche giorno fa - replica Vendola - il ministro aveva dichiarato che la questione sarebbe stata risolta prima della fine dell’anno, ma così non è stato, rivelando ancora una volta l’ennesimo tentativo di truccare le carte».

{affiliatetextads 1,,_plugin}Sempre ieri, il governatore è tornato sul tema dell’acqua e dell’Acquedotto (dopo la legge statale che apre la gestione ai privati e che sarà impugnata dalla Puglia). Vendola, affiancato dall’assessore Fabiano Amati, ha parlato a margine della tavola rotonda organizzata dal comitato pugliese sull’«Acqua bene comune». Da sempre ostile ad ogni forma di privatizzazione, Vendola ha rimarcato che «siamo di fronte ad un fallimento globale, planetario e complessivo di tutti i processi di privatizzazione. Tutte le gestioni privatistiche delle reti acquedottistiche hanno prodotto gestioni catastrofiche». Quest’atteggiamento, ha chiarito il governatore, «non è di ostacolo ad un dialogo con l’Udc» per le Regionali del 2010. La risposta è giunta a seguito delle domande dei cronisti e le stesse allusioni espresse da Vendola in alcune interviste. «Ho trovato molto belle le parole del papa sui beni del Creato da custodire - chiarisce Vendola - e tra questi beni c’è anche l’acqua che scorre nelle vene della vita. Non penso che l’acqua e l’Acquedotto possano rappresentare un ostacolo al dialogo con l’Udc».

Francesco Strippoli - Corriere della Sera