Come la stessa artista spiega: “Ho trasformato delle semplici bottiglie, oggetti comuni e di consueto utilizzo quotidiano,  in mie opere d’arte che raccontano nuove storie, nuove emozioni. In questo modo sono ricollocabili e ri/contestualizzabili, acquisendo un diverso status, un valore differente, nuovo, altro. Insomma un ready-made ad alto potenziale bio/compatibile” . Vere e proprie opere d’arte nate da semplici bottiglie trattate con smalto e successivamente dipinte con acrilici, nelle quali prendono forma i personaggi più disparati, dagli sposi all’aiutante di Babbo Natale, dall’infermiera alla regina dell’Africa, fino al noto Flavio Insinna. Nel 2015 Le bottiglie d’arte di Paola Scialpi arrivarono addirittura ad Amburgo, dove riscossero grande curiosità, oltre a essere state protagoniste, negli ultimi anni, di importanti eventi artistici ed espositivi.

Paola Scialpi, è nata e vive a Lecce, già docente di discipline pittoriche presso il Liceo Artistico “V. Ciardo” di Lecce, ha al suo attivo più di quarant’anni di attività artistica. Dirige “OVERECO ACADEMY” un centro di ricerca sull’arte contemporanea che oltre a contenere il suo atelier ha anche uno spazio espositivo dove si promuovono incontri culturali ed artistici con esperti del settore. Da sempre la sua pittura simbolicamente parla della donna, della prostituzione minorile, della violenza, dell’emarginazione, e delle conseguenze derivanti da guerre e povertà. Hanno parlato di lei: Vittorio Balsebre, Lucio Galante, Antonella Marino, Maurizio Nocera, Marina Pizzarelli, Vladmir Petr Jovovich, e altri critici del panorama artistico attuale.

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