Quali speculazioni si nascondono dietro queste operazioni?”, si chiede Inneo. Per ora la notizia di una presunta importazione di grano duro nel porto di Manfredonia non è stata ancora confermata da nessuna fonte ufficiale: “girano voci – dice Inneo a Stato – in primis da parte dei produttori della zona, che avrebbero pagato 16 euro per un prodotto dal peso specifico di 81-82, rispetto ai prezzi attuali di mercato nell’area (fra le ultime quotazioni: grano duro fino: peso kg.79 ed oltre per hl, umidità 12% spezzati max 6%, con contenuto proteico min.12,5%: al quintale 18-18,8 euro; grano duro buono mercantile: peso 78 kg ed oltre, umidità 12%: al quintale 17%, 17,5%; grano duro mercantile, peso kg.76, 77 per hl, umidità 12%: al quintale 16%-16,5; per grano duro con peso specifico inferiore: da 72 a 75 kg/hl 30 euro n meno a tonnellata da 65 a 69.99 kg/hl 50 euro in meno a tonnellata). “Si tratta di una frode – dice Inneo – senza nemmeno prendere in considerazione una qualità non ottimale dello stesso prodotto”. Cause alla base della differenza nell’acquisto del prezzo ? “La debolezza del dollaro rispetto all’euro e la frammentarietà nella produzione di grano duro degli operatori locali”, che seguirebbero infatti una linea di gestione operativa “del tutto arbitraria”.

.STEFANO A SOSTEGNO INNEO – “Condivido la preoccupazione del presidente provinciale di Copagri di Foggia, Luigi Inneo, rispetto alla introduzione in Puglia di prodotti cerealicoli da Paesi extraeuropei, a scapito delle nostre produzioni di qualità”. È quanto ha dichiarato l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari Dario Stefàno in merito alla denuncia del presidente Inneo sul grano proveniente dagli Stati Uniti. “Non ci soddisfa constatare – prosegue Stefàno – che avevamo visto giusto quando abbiamo detto di dover perseguire una battaglia sul tema della tracciabilità, impegnando l’identità delle nostre produzioni pugliesi a procedure che ne certifichino la filiera. Vediamo ancora poca attenzione su questo tema, invece, da parte del governo nazionale e di quello europeo, che dovrebbero avvertire di più la responsabilità di tenere maggiormente in equilibrio i sistemi territoriali. Anche come antidoto per un più veloce superamento della grave crisi tuttora in essere”. “Come pure – conclude – condivido la preoccupazione dello stesso presidente Inneo rispetto alla dichiarazione di stato di crisi da parte della Puglia e di altre regioni che il Ministero non ha ancora ratificato. Una ratifica che, sebbene non risolutiva dei problemi, sarebbe certamente di aiuto alle imprese agricole per affrontare l’attuale periodo di difficoltà”

.I PRECEDENTI: GRANO DAL CANADA, IL PROBLEMA PREZZI, I PRESIDI DEL LUGLIO 2009 – sin dall’ottobre del 2008, l’altra storica associazione agricola provinciale (Coldiretti) non partecipò alla seduta della commissione prezzi, dopo che la stessa aveva fissato al ribasso ad € 23,40 il prezzo del grano duro. “A nostro avviso la commissione prezzi andrebbe sciolta – sostenne Coldirettif – perché, di fatto, non realizza le aspettative a cui essa si ispira e che, di fatto, produce effetti disastrosi per l’economia locale, ci dispiace della posizione attendista delle altre organizzazioni agricole che nulla hanno fatto per sostenere una sana e giusta protesta per la tutela dei cerealicoltori della Capitanata”. La mobilitazione di Coldiretti che iniziò con l’occupazione del porto di Manfredonia ai primi dell’ottobre del 2008 (grano duro in arrivo dal Messico, in seguito analizzato ma con il riscontro di un prodotto ottimale. Per gli Stati Generali della {affiliatetextads 1,,_plugin}Cerealicoltura, convocati a Manfredonia dalla Coldiretti della Puglia, a Manfredonia arrivarono in mille dalla tutta la regione. Già dalle prime ore della mattina i cerealicoltori invasero pacificamente l’Auditorium di Palazzo dei Celestini, anche allo scopo di presidiare il porto di Manfredonia, dove era giunta, come detto, una nave carica di 25mila quintali di grano duro proveniente dal Messico). Il quattro novembre del 2008, a nome del senatore Sanciu è stata presentata un’interpellanza parlamentare sul traffico commerciale del grano duro dall’estero per l’Italia da cui riparte per l’estero come pasta Made in Italy. Allo stesso tempo già 35 comuni della provincia di Foggia appoggiarono Coldiretti per chiedere al Parlamento “l’approvazione di una legge che tuteli l’origine in etichetta per la pasta Italiana con l’obbligo di descrivere la provenienza del grano utilizzato per produrre la pasta messa in commercio” (si ricorda in ogni modo che il grano duro importato dall’area americana sarebbe dotato di un contenuto proteico maggiore per la lavorazione finale di prodotti farinacei, questo per giustificare la propensione dei produttori locali nell’acquisto del prodotto, anche con un prezzo relativamente più alto ndR).

.PUGLIA – Gli 800 chilometri di costa rendono la Puglia uno dei punti più sensibili dell’import/export italiano. Coldiretti organizzò una due giorni di presidi nell’area, all’intero di centri commerciali (Ipercoop. ad es.) del capoluogo barese (vedi anche articolo di Agostino Del Vecchio: Capitanata, la semola all’ocratossina e l’importazione selvaggia del grano). Nello scorso luglio del 2009, Coldiretti organizzò infatti una mobilitazione a difesa di una filiera agricola tutta italiana con la presenza di 2000 imprenditori nell’Ipercoop ‘La mongolfiera’ di Bari (uscita tangenziale Santa Caterina). Al tempo furono segnalati, dall’associazione, i carichi dei TIR bloccati e controllati dai 2000 imprenditori agricoli della Coldiretti Puglia assiepati all’uscita del porto di Brindisi: mille quintali di olive in salamoia provenienti da Grecia e Cipro e diretti a Caserta e Bagheria, 20 camion da 300 quintali l’uno, pari a 6mila quintali di olio di palma proveniente dall’Indonesia, destinazione Olearia Italiana di Monopoli (lo sbarco non è ancora terminato), 423 quintali di concentrato di pomodoro provenienti dalla Grecia destinazione Nocera Superiore, oltre alla nave ormeggiata al porto di Bari, con un carico di 43 mila quintali di grano, pari alla produzione di 22mila ettari, e il TIR bloccato ieri al Brennero, con i pomidoro a grappolo prodotti in Olanda e diretti a Cerignola, con la raffigurazione della maglia poderale della provincia di Foggia sulla confezione da 3 Kg. Anche una delegazione pugliese partecipò alla manifestazione nazionale che si svolse lo scorso luglio del 2009 al Passo del Brennero.

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