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Su una produzione fortemente indie pop, curata da rebtheprod e minervæ ed influenzata da un rock attuale e fresco a cui l’artista attinge sin dagli esordi, la voce di Mercvrio dipinge un quadro di ricordi, i ricordi del primo amore, quel sentimento puro e cristallino che, ripensandolo in età adulta, fa sorgere un sorriso, a cui spesso si aggiunge un senso di rammarico per un’età che non tornerà più e per quella spensieratezza che caratterizza l’infanzia e la preadolescenza, che si converte poi in una sorta di incoscienza durante l’adolescenza e che, alla fine, sfocia nel mare delle responsabilità. Un mare alimentato dalle correnti dei nostri pensieri confusi, dalle domande che ci poniamo e per cui cerchiamo risposte e dai doveri che bussano alla nostra porta ed a cui siamo chiamati a rispondere, senza possibilità di sottrarci o di procrastinare, rimandando ad un domani che si è già trasformato in oggi.

«Stavo meglio da bambino, alle scuole elementari, se adesso è tutto un po’ un casino, è solo colpa degli ormoni», canta Mercvrio, evidenziando quanto, da bambini, tutto appaia più chiaro, più semplice, privo di secondi fini e quanto il bene e l’amore scaturiscano in e da noi in maniera totalmente naturale, incontrollata, un controllo che invece, crescendo, tendiamo ad assumere sempre in maniera maggiore, su noi stessi, sulle nostre emozioni ed a volte, persino su chi ci circonda.

Con il passare degli anni i sentimenti lasciano il passo all’indifferenza, un’indifferenza che edifichiamo come barriera, come scudo per ripararci dal dolore, ma che a lungo andare ci logora, impedendoci di tornare a quella meravigliosa leggerezza, spontaneità e semplicità tipica dei bambini e dei primi amori.

“Ormoni” nasce da questo, dal desiderio dell’artista di raccontare la doppia faccia dei ricordi d’infanzia: da una parte, l’emozione che rievocano in noi, dall’altra, la malinconia mista all’amarezza, quell’amarezza di chi è cresciuto e, facendo i conti con se stesso, ha preso consapevolezza di quanto maturare significhi spesso – e sotto tanti punti di vista -, ergere dei muri che ci separano dalla nostra parte più autentica e primordiale, quella parte che non è mossa dall’ottenimento di qualcosa in cambio, ma dal puro e semplice bisogno di amare.

“Ormoni” è una canzone che non ha di per sé un significato, perché come spiega lo stesso Mercvrio, «una canzone funziona come una conversazione: fondamentalmente, a prescindere dagli sforzi linguistici di chi cerca di comunicare un pensiero, il “senso” lo genera chi ascolta. Certo, le parole hanno un loro significato specifico, ma ognuno le interpreta in modo personale». Per questo, prosegue l’artista, «credo che “Ormoni, così come la musica e l’arte in generale, non abbia una vera e propria accezione».

Una canzone nata da un “ciao” di due ragazzini che per anni si inseguono, si amano, si scontrano, soffrono l’uno per l’altra e si ritrovano. Poi, con il trascorrere del tempo e della vita, si rivedono: tra di loro rimane quel “ciao”, ma questa volta è un “ciao” differente, diverso, un “ciao” di due adulti che si salutano allo stesso modo con cui saluterebbero qualsiasi altro conoscente, senza provare più nulla.

«Se oggi torno con la mente a quei ricordi – conclude Mercvrio – sicuramente sorrido, ma al tempo stesso c’è una parte di me che rimane abbastanza amareggiata. Questa indifferenza, per quanto fisiologica del tempo, un po’ mi spaventa.  La capacità insita in ognuno di noi di azzerare i sentimenti provati per un’altra persona, la capacità di dimenticare, è sicuramente un ottimo strumento per la sopravvivenza, così come lo è l’istinto di prosecuzione della specie, che ci spinge subdolamente a trovare qualcuno con cui procreare. Ma allora quanto di quello che facciamo è veramente espressione della nostra volontà? Ed in che misura, invece, siamo dominati da ormoni ed istinti primordiali? Se ripenso alla mia infanzia, a prima che la tempesta ormonale mi trascinasse nell’occhio del ciclone adolescenziale, io stavo bene, ero felice. E anche l’amore mi sembrava più semplice».

Ad accompagnare la canzone, il videoclip ufficiale, girato dallo stesso artista per Miniera Production e presentato in anteprima nazionale sul MEI, che racconta, attraverso una serie di immagini tratte dall’archivio personale di Mercvrio, la sua infanzia, la sua storia; quella stessa storia da cui il progetto ha preso vita.

Guarda il video

“Ormoni” è un brano da ascoltare e riascoltare, per ricordare, ricordare chi eravamo e chi siamo diventati; un brano per sorridere e riflettere, perché la musica ci aiuta a guardarci dentro senza giudicare, perché la musica, anche in una società che corre, ci consente di fermare il tempo e ripercorrere la nostra storia in un viaggio introspettivo che ha come meta la nostra stessa essenza.

Attraverso una vocalità calda ed armoniosa ed una capacità interpretativa degna dei più grandi artisti, Mercvrio racconta storie, storie di vita quotidiana, di una routine collettiva che si intreccia a quella personale di ogni individuo. Un cantastorie dell’indie pop italiano che scrive e canta per esigenza, l’esigenza di trasmettere a chi lo ascolta il messaggio che ogni esperienza porta con sé una serie di insegnamenti e che ogni storia, nel bene e nel male, può essere eccezionale nella sua normalità, condivisibile e distante da ogni forma di giudizio.

Biografia

Mercvrio, pseudonimo di Davide Attili, nasce a Roma il 19/9/1991, data palindroma, alle ore 19:09, il che infonde mistero al 19, se consideriamo quanto segue: il numero di verso e di capitolo del Corano in cui un angelo annuncia a Maria la nascita di Gesù è 19:19. Coincidenze, si chiede l’artista? Forse. Il fatto che il suo nome d’arte sia il termine romano con cui si indicava proprio la divinità “messaggera” degli Dei è un’altra coincidenza, si chiede il pubblico? Forse si, forse no ed è lo stesso cantautore ad affermare un’ulteriore casualità, anche se, tutta queste serie di avvenimenti concomitanti, sommati, compongono, secondo lo stesso artista, una prova.

Prova di cosa non ci è dato saperlo, perché tutto, ancora oggi, rimane avvolto nel mistero. Un mistero di cui Mercvrio si avvolge, lasciando spazio solo alla sua musica ed ai suoi stimati lavori audiovisivi. Dopo essere cresciuto cantando e suonando in gruppi hard rock, metal e “freejazz pop indogiapponese” nei principali, “ma soprattutto nei secondari” locali della Capitale, Davide Attili dà vita, nel 2014, al suo progetto solista, proprio sotto il nome di Mercvrio, che lo vede cimentarsi nella scrittura di testi in lingua italiana. Per quanto il rock e le sue derivazioni sonore esercitino ancora oggi una significativa influenza su di lui nello stile canoro e compositivo, i brani all’attivo del suo percorso solista sono la risultante di molteplici forze contaminanti, non solo musicali. Laureato in Cinema, Teatro e Arti Digitali, Davide coltiva questa sua altra passione, la Musica, realizzando diverse tipologie di prodotti audiovisivi per il collettivo artistico Miniera. Nel 2018 esce il suo primo singolo ufficiale, “Zanzare in Autunno”, seguito, l’anno successivo, da “Faraone” ed “AmoR”.

Nel 2021, la label romana The Bluestone Records rimane affascinata dal suo talento, autorale, interpretativo e compositivo e lo stesso anno Mercvrio firma con loro un contratto discografico che, pochi mesi più in là, lo porterà alla pubblicazione di “La pioggia su Roma”, una release intensa dedicata alla Capitale, alla quale partecipano il sagace cantautore NH e due delle voci più potenti ed incisive del nuovo panorama musicale femminile italiano, Cecile e Sarai. A poche settimane dall’uscita di questa collaborazione a 5 stelle, Mercvrio torna a far vibrare i cuori con la sua scrittura diretta, ironica ma al tempo stessa profonda e viscerale con “Ormoni”, un brano dedicato alla doppia faccia dei ricordi d’infanzia, che portano con sé il sorriso scaturito dalla loro rievocazione, ma, al tempo stesso, la malinconia per un’età che non tornerà più e per quei sentimenti puri e limpidi, lontani da secondi fini, che, crescendo, lasciano il posto al controllo delle emozioni ed all’indifferenza, edificata come barriera contro il dolore. Tra ironia, sentimento, emozione, raffinatezza compositiva e vocalità calda, intensa e riconoscibile, Mercvrio è considerato da pubblico e critica uno dei migliori esponenti dell’indie pop italiano.

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