Tra le «voci» anche Claps
La lista degli appalti e delle commesse ottenute dal costruttore — accusato di aver corrotto politici e funzionari per aggiudicarsi i lavori pubblici, in particolare quelli inseriti nei Grandi Eventi — svela la sua rete di relazioni. Il documento, allegato agli atti dell'inchiesta, è stato sequestrato nel suo computer al momento dell'arresto. Contiene l'elenco dei 370 incarichi svolti tra il 2003 e il 2008, poco prima che l'indagine della magistratura rivelasse l'esistenza di una «cricca» in grado di pilotare le assegnazioni. L'analisi del documento è stata affidata agli investigatori della Guardia di Finanza che stanno controllando tutte le voci per verificare la regolarità delle procedure e soprattutto accertare se alle persone citate nella lista è stata emessa regolare fattura. Ma anche scoprire che cosa ci sia dietro alcune diciture che appaiono al momento incomprensibili. Per fare un esempio è citato due volte "Claps Potenza" che subito rimanda al caso della ragazza ritrovata morta nel soppalco, ma non si capisce in realtà a che cosa si riferisca.

Lo «scambio» sugli appalti
La scorsa settimana, durante la conferenza stampa convocata a Palazzo Chigi, Bertolaso — che è indagato per corruzione — aveva svelato l'esistenza di un contratto di consulenza ottenuto da sua moglie per il rifacimento dei giardini del circolo Salaria Sport Village di Anemone e confermato come lo stesso costruttore si fosse occupato di alcuni lavori di falegnameria nel suo appartamento. Probabilmente sapeva che gli investigatori lo avevano già scoperto e ha detto di voler chiarire i termini della questione. Non ha però parlato di altri due incarichi che Anemone avrebbe svolto privatamente per suo conto. E su questo si concentra adesso l'attenzione dei pubblici ministeri Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi. I magistrati sospettano infatti che questi «favori» elargiti dall'imprenditore siano la contropartita per gli incarichi ottenuti per il G8 de La Maddalena, i Mondiali di Nuoto e le celebrazioni dell'Unità d'Italia.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Stesso discorso riguarda le case e le successive ristrutturazioni effettuate per Scajola e Pittorru. Entrambi hanno comprato appartamenti (uno l'ex ministro, due il generale) con soldi che sarebbero stati messi a disposizione dal costruttore e adesso si scopre che il «pacchetto» prevedeva anche interventi strutturali nelle dimore. Un beneficio del quale avrebbero goduto anche alcuni funzionari delle Infrastrutture. Nella lista c'è un riferimento alla figlia di Maria Pia Forleo, la responsabile dell'ufficio contratti, interrogata a Firenze nelle scorse settimane proprio sui regali che avrebbe ottenuto anche da altri imprenditori. Anche Della Giovampaola e Rinaldi — anche loro sotto inchiesta — dovranno esibire le eventuali fatture di pagamento per smentire l'ipotesi dell'accusa che i lavori privati siano stati in realtà una ricompensa per l'atteggiamento favorevole dei confronti del Gruppo Anemone.

Politici e prelati
Nell'elenco sequestrato ci sono le palazzine delle Fiamme Gialle e la sede della Protezione civile di via Vitorchiano a Roma, ma anche la camera da letto e la cucina di Palazzo Chigi. Ci sono il carcere minorile di Casal del Marmo e la sede del ministero del Tesoro, la sede dell'avvocatura e quella di Forza Italia, il palazzo dei congressi dell'Eur e una dicitura ancora misteriosa: «Appartamento via Arno del papa». Ci sono gli uffici del ministero per le Politiche Agricole e quelli dei servizi segreti in piazza Zama. E poi ci sono i lavori effettuati al Viminale grazie alla concessione del Nos, il nulla osta di sicurezza. Incarichi che Anemone sarebbe riuscito a ottenere grazie ad Angelo Balducci, potente Provveditore ai lavori pubblici che lo avrebbe favorito anche nell'ambito dei Grandi Eventi grazie alla possibilità di procedere a trattativa privata e fornendogli di fatto — nell'arco di tutti questi anni — l'esclusiva sulle opere che venivano autorizzate dai suoi uffici. Monsignor Francesco Camaldo, dal quale l'autista tunisino Ben Laid Hidri Fathi ha raccontato di aver accompagnato spesso Anemone, è citato in relazione all'Università Cattolica San Giovanni. E poi ci sono i lavori effettuati per l'attuale vicepresidente del Csm Nicola Mancino quando era ministro dell'Interno. Per alcune persone — per esempio Vietti, Lisi, Lupi — sono inseriti soltanto i cognomi e bisognerà verificare di chi si tratti realmente. Altri, come i vertici della polizia Antonio Manganelli e il suo predecessore Gianni De Gennaro sono inseriti nella lista ma nel primo caso si tratta di lavori non effettuati e nel secondo di interventi pagati e regolarmente fatturati.

Gli amici famosi
Negli atti depositati nelle scorse settimane ci le intercettazioni telefoniche di Anemone e di Balducci con numerose persone e nel corso di alcune conversazioni si parla anche di favori dati e ricevuti. Frequenti sono i contatti con Giancarlo Leone, potente funzionario Rai, che veniva contattato per far lavorare nelle fiction Lorenzo Balducci, figlio attore dell'alto funzionario. Il suo nome è contenuto nella lista delle «commesse», così come quello del regista Pupi Avati o del produttore cinematografico Andrea Occhipinti. È stato proprio Hidri Fathi a raccontare come Balducci facesse regali costosi ai registi pur di agevolare la carriera del ragazzo. Decine e decine di nomi apparentemente non forniscono alcun elemento di interesse per l'inchiesta, ma si dovrà verificare la posizione di tutti coloro che hanno rivestito incarichi pubblici per verificare se i rapporti con il costruttore celino in realtà interessi che riguardano gli affari. Per questo sarà probabilmente interpellato l'ex direttore generale di Alitalia Zanichelli e verranno verificate le posizioni di alcuni ufficiali della Guardia di Finanza e alcuni agenti della polizia inseriti nell'elenco, per verificare che tipo di legame avessero con Anemone e se abbiano mai subito pressioni o richieste di favori.

Fiorenza Sarzanini .- Corriere della Sera