Carmelo Molfetta ha dato l’annuncio agli organi di informazione della fine di un una legislatura “cominciata male e finita peggio”, come ha del resto sottolineato Pompeo Molfetta.
La proporzione numerica iniziale tra maggioranza ed opposizione ( 10 a 10 ) rappresentava già, all’atto dell’insediamento, un grosso problema.
{affiliatetextads 1,,_plugin}La missione “salvifica” della città, che il Sindaco Incalza si attribuiva, è naufragata subito nel marasma di una maggioranza rissosa, superficiale e sfascista, tanto da essere inghiottita totalmente dall’incapacità, immediatamente evidente, di offrire un governo della città almeno nelle più semplici ed elementari incombenze amministrative.
“Del resto, quando manca la Politica è impossibile governare, perché viene meno qualsivoglia progetto prospettico credibile, ammesso che il Centro destra lo abbia mai avuto.
Il declino è diventato uno sbocco ovvio dell’approssimazione e della precarietà sul piano operativo, oltre che politico.
Oggi è stata posta la parola “fine” a vicende grottesche ed a contumelie tra “comari”; sono soprattutto stati liberati i cittadini da una provvisorietà intrisa da amarezza e, spesso, da drammaticità.
Il Sindaco Incalza, il 14/10 u.s., nel rassegnare le sue dimissioni, ribadiva due valori: “coerenza” e “bene comune”:
“la coerenza è coerenza, la coerenza è caratteriale, non si conquista, ecco perché amaramente oggi dico e dichiaro questa volontà di dimettermi”; ..”dimettermi per il bene del paese”, dopo aver dichiarato che l’esperienza acquisita “non dà spazio né a dubbi, né a ripensamenti”.
Il 30/10 u.s. lo stesso Incalza, dopo qualche “amarcord” sulla prima repubblica, rivolgendosi alla sua maggioranza, diceva: “nessuno pensa al bene della città, ma solo a vincere beghe personali…Non possiamo stare ogni mese a risolvere problemi interni”.
Ma l’ 1/11 u.s., solo il giorno dopo, comunica il rientro dal suo proposito di “coerenza” e di “volontà di dimettersi per il bene del paese” annunciando che ritira le sue dimissioni per “portare nella Sede istituzionale preposta le motivazioni che hanno determinato la crisi dell’amministrazione”. Tutto evidentemente per il “bene del paese” !!
Ma ci chiediamo: nella sue dichiarazioni dal 14/10 in poi non aveva giustificato le dimissioni proprio con le motivazioni che ora vuole che si ribadiscano?
La coerenza ed il bene della città dove sono? Nelle sue prime dichiarazioni o nelle seconde?.

Nessuno naturalmente, anche nel Centro sinistra, ha gioito per quanto è avvenuto oggi, men che meno i firmatari delle dimissioni da consiglieri comunali.
Non essendovi però soluzioni alternative (gli inciuci non sono in discussione), sarebbe stato un ulteriore danno per la città un lungo periodo di “non governo”; meglio allora andare alle urne a Marzo p.v..
L’opposizione, con grande responsabilità, nel consiglio comunale del 14/10 ha salvato Incalza dal naufragio personale, dal momento che era privo di una maggioranza autonoma, ma, soprattutto, ha salvato la città, quando ha assunto l’onere di approvare il capo all’o.d.g. riguardante “la destinazione dell’avanzo di amministrazione 2008″, atto indispensabile per il rispetto dei parametri istituzionali.
Del resto il senso di responsabilità di tutta l’opposizione non era venuto a mancare quando apporti analoghi venivano dati nei consigli comunali del 10/7/2008, 27/10/2008 e 21/11/2008.
Lo stesso spirito di responsabilità politica nei confronti della città non è venuto a mancare quando sono state prese iniziative inerenti i temi di destinazione urbanistica ed i percorsi di legalità.
Ma era lo stesso spirito di responsabilità che ha animato il Centro sinistra, quando, con zelo costruttivo, ha voluto evidenziare alcune ingerenze degli assessori nella gestione amministrativa di competenza dei dirigenti comunali.
I casi degli assessori Pagliara, Magrì, Guarini e Dimastrodonato, evidenziati dall’opposizione sono stati stigmatizzati pubblicamente dallo stesso Sindaco e da alcuni consiglieri della maggioranza con conseguenze ed atti ufficiali sin troppo noti.

Ebbene, è quello stesso spirito di responsabilità che ha portato oggi undici consiglieri ad accelerare la fine della legislatura, onde consentire ai cittadini di essere protagonisti del loro futuro nel tempo più breve possibile: nel marzo 2010 e non nella primavera 2011.

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