Se ciò non  avverrà, al termine di questa scadenza scatterà lo scioglimento del  Consiglio e quindi si andrà a nuove elezioni. “Già in campagna elettorale – scrive Schittulli – sottraendomi a un confronto che prevedevo rissoso e lontano dalle reali esigenze dei cittadini, ebbi a dire ripetutamente che questi ultimi sarebbero  stati i miei unici interlocutori”.

“Ribadisco quel concetto e, coerentemente, innanzitutto ad essi mi rivolgo per informarli che non porterò avanti questa esperienza di governo locale al quale pure sono stato chiamato dal consenso e  dall’entusiasmo di un numero di persone assai maggiore di quanto  potessi immaginare o anche solo sperare. Tanto – sottolinea il  presidente della Provincia – per avere constatato come non siano  ravvisabili allo stato le condizioni indispensabili e funzionali al  mantenimento dell’impegno”. Da alcuni passaggi della lettera alla  base della decisione si intravedono possibili frizioni con i partiti  che lo sostengono.
Il presidente Schittulli scrive che “spirito di  servizio verso la comunità, prevalenza del bene comune su interessi  di parte, coscienza di realizzare una armonica sinergia sono le armi  civili con le quali avrei dovuto vincere questa battaglia. Sta di  fatto che, alla necessaria verifica, non le ho più trovate”. “Per dovere istituzionale me ne assumo ogni responsabilità e  mi auguro che altri sappiano meglio di me determinare una  indispensabile unità di intenti e di azione. Senza rancore per alcuno e con immutato immenso amore per questa terra – conclude Schittulli -  rassegno, pertanto, le mie dimissioni”.    

Naturalmente non si sono fatte attendere le dichiarazione sia degli esponenti della maggioranza che dell'opposizione.  ”Comprendo le ragioni delle  dimissioni del Presidente Schittulli, avendolo sentito oggi  telefonicamente dopo la formalizzazione delle stesse e avendogli  manifestato vicinanza e affetto. Ma, proprio perchè egli è il  presidente eletto da tutti i residenti nella provincia di Bari,  auspico che le dimissioni rientrino al più presto ed egli prosegua  nel suo mandato: disinteressandosi e oltrepassando i fastidi di  piccole beghe interne, continuerà ad avere la stima e il consenso di  tutti i baresi”. Lo afferma il sottosegretario all’Interno, Alfredo  Mantovano.

 “Esprimo stupore per il gesto  inatteso del presidente della Provincia di Bari, Francesco Schittulli, che ha voluto rassegnare le proprie dimissioni”. Lo afferma il  consigliere regionale e coordinatore regionale de La Puglia prima di  tutto, Salvatore Greco.     “Come egli stesso richiama nella lettera – aggiunge – abbiamo  gravi responsabilità nei confronti dei cittadini che ci hanno votato  e hanno inteso affidarci il compito di governare la Provincia  all’indomani di una lunga stagione di amministrazione di  centrosinistra. E’ proprio per questo senso di responsabilità, specie in un periodo difficile come questo, che ci sentiamo di invitare il  presidente Schittulli a un ripensamento”.

“Alla Provincia di Bari la politica aggressiva del Pdl, protesa all’occupazione selvaggia del potere ed  alla conservazione dello status quo, ha fatto una vittima illustre: il Presidente Francesco Schittulli, che pure è stato vessillo vincente  supportato dal partito del ministro Fitto”. Lo dichiara il capogruppo del Partito Democratico Michele Monno.     “Il Gruppo del Partito Democratico e i colleghi della minoranza – aggiunge – si sono proposti in questi due anni con atti concreti  finalizzati alla corretta e trasparente amministrazione, praticando  un’opposizione costruttiva per spirito di servizio nei confronti dei  cittadini e dell’Istituzione. Ci siamo fatti portavoce di un’azione  mirata a creare discontinuità amministrativa nell’ente provinciale  che, è bene ricordarlo, gioca ancora un importante ruolo  istituzionale con un bilancio consistente che si aggira intorno ai 300 milioni”.     “Questo obiettivo – prosegue Monno – ha registrato più volte  una trasparente sintonia con il Presidente Schittulli, rimarcando la  netta distanza dalla politica del Pdl di Altieri e Roca. Abbiamo anche noi più volte rilevato la pesante ingerenza del partito di  maggioranza relativa ed il suo modo spregiudicato di intendere la  gestione della cosa pubblica. Ora che il Presidente è arrivato al  gesto finale – conclude – gli chiediamo di utilizzare i 20 giorni che  la legge gli accorda per agire in maniera coerente con le parole della sua lettera. Due anni e mezzo sono bastati per comprendere di che  pasta è fatto il partito di Fitto”.

Ora la parola passa alle segreterie politiche. Probabilmente Schittulli ha voluto dare un segnale al centrodestra anche in chiave elettoralistica. Non dimentichiamo che il professore ha fondato un suo movimento e che come tutti, percorrerà le strade amministrative e politiche nella prossima primavera. Un segnale quindi, chiaro e forte agli alleati.