In un momento di grave crisi economica, il cui costo viene fatto troppo spesso e ingiustamente gravare sui lavoratori e sulle classi meno abbienti, a cui si chiede di posticipare ulteriormente il diritto alla pensione, appare quanto mai inopportuna la permanenza di istituti di chiaro privilegio, quale quello del vitalizio.

L’abolizione di tale istituto, pertanto, avrebbe non solo una ricaduta in termini di risparmio economico ma anche e soprattutto un impatto simbolico ed etico. Il Progetto si caratterizza per l’abolizione immediata del vitalizio, senza cioè attendere la prossima legislatura. In altri termini, non avrebbero più diritto al vitalizio i consiglieri in carica, fermo restanti i diritti maturati dai Consiglieri regionali al termine della scorsa legislatura. In questo modo si darebbe un segnale politico molto forte, disponendo, i Consiglieri, l’abolizione di privilegi che li riguarderanno direttamente.

Altro punto caratterizzante è quello relativo alla riduzione dell’indennità di carica dei Consiglieri regionali per una quota pari alla somma che attualmente viene destinata alla contribuzione per l’assegno vitalizio e alla quota destinata all’assegno di reversibilità. A tale riguardo, appare opportuno evidenziare che tali somme, che attualmente vengono trattenute dalla busta paga di ciascun Consigliere e che ammontano ad euro 2.271,24 mensili per Consigliere, in caso di soppressione del vitalizio verrebbero erogate al Consigliere.

Alla luce del fatto che la considerevole entità dell’importo dell’indennità di carica del Consigliere regionale, così come  quella dei parlamentari, a cui è legata, trova giustificazione proprio nella necessità di fare fronte ai versamenti dei contributi per l’assegno vitalizio e della eventuale reversibilità, il mantenimento di tali somme in caso di soppressione del vitalizio apparirebbe del tutto ingiustificato. Tale mantenimento, inoltre, andrebbe ad inficiare il beneficio di riduzione dei costi della politica, che è uno degli obiettivi della eliminazione del vitalizio.

In relazione a quest’ultimo punto, si sottolinea che la riduzione delle indennità non riguarderebbe i soli Consiglieri Regionali, per un risparmio pari a 817.000 euro circa annui, ma si estenderebbe anche a tutte le indennità legate a quelle dei Consiglieri regionali quali quelle dei nominati e i designati in Enti, aziende, società regionali, organismi e cariche di competenza della Regione Basilicata, con evidente e considerevole risparmio per le finanze regionali.

Il Progetto prevede, ovviamente, il rimborso delle somme versate dai Consiglieri per la corresponsione dell’assegno vitalizio da inizio legislatura fino al momento dell’entrata in vigore della legge, a cui il Consiglio Regionale farebbe fronte proprio utilizzando le disponibilità maturate attraverso le riduzioni di spesa rivenienti dalla diminuzione della indennità di carica.