Dartford, Londra lunedì 29 febbraio ore 10:00 – parte oggi a Londra la più grande esercitazione europea con simulazione di un disastro di massa, cofinanziata dalla Commissione Europea, organizzata dalle forze di Polizia e dei Vigili del Fuoco provenienti da tutta la Gran Bretagna, che si concluderà il 3 marzo. Sono coinvolte oltre 70 agenzie partner, tra cui enti locali, protezione civile, aziende di servizi pubblici, squadre di ricerca e soccorso specializzate nel rispondere a scenari come quello che sarà simulato: un edificio che crolla su una stazione della metropolitana.
Partecipano all’esercitazione anche le squadre di identificazione delle vittime di disastri (Disaster Victim Identification DVI team) di tutte le regioni del Regno Unito con medici specialisti in medicina legale, odontoiatri forensi e radiologi, il supporto dell’INTERPOL e l'ulteriore assistenza di colleghi DVI provenienti da Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Francia, Italia e Spagna. In totale oltre 250 esperti DVI lavoreranno sulla scena e in un obitorio temporaneo allestito appositamente per la simulazione.
L’unità britannica per l’identificazione delle vittime di disastri di massa è gestita dal centro di coordinamento nazionale della Polizia (NPoCC) e negli ultimi anni ha appositamente addestrato squadre provenienti da tutto il Regno Unito che sono state impiegate nella identificazione delle vittime del disastro aereo della Malaysia Airlines Flight MH17 del mese di luglio 2014 e dell’incidente aereo avvenuto a Shoreham nel mese di agosto del 2015.
Il direttore DVI del Consiglio Nazionale della Polizia Debbie Simpson ha dichiarato: “l’identificazione delle vittime non è mai un argomento piacevole da affrontare, ma può rappresentare purtroppo una realtà. Quando si verifica una catastrofe le famiglie hanno bisogno di sapere che le Autorità svolgeranno tutto il possibile per identificare i loro cari in modo dignitoso e rispettoso, senza naturalmente ignorare le indagine penali”. “È importante sottolineare - aggiunge Simpson - che questo processo non può essere affrettato. Per quanto possa essere frustrante, soprattutto in un mondo di social media e comunicazione veloce, è necessario essere molto meticolosi nell’approccio tecnico-scientifico della identificazione delle vittime”
Partecipa all'esercitazione anche Emilio Nuzzolese, odontoiatra esperto in odontologia forense e DVI che dichiara "ringrazio la Polizia di Londra per avermi invitato a partecipare a questa esercitazione, orgoglioso di poter offrire ai colleghi anche il mio contributo di esperto nella identificazione delle vittime di disastri. E' un processo complesso che richiede la conoscenza delle procedure Interpol. L'Italia, pur vantando squadre identificative DVI nella Polizia di Stato, nell'Arma dei Carabinieri e nel Corpo Militare della Croce Rossa Italiana, non ha ancora previsto il reclutamento permanente di odontoiatri forensi, con conseguenze comprensibili. Il metodo dentale è, infatti, efficace con una media del 70% dei casi e questa mancanza può portare gravi ritardi nel processo di identificazione delle vittime. Mi auguro che questa mancanza sia presto superata per non trovarci in imbarazzanti difficoltà come è già accaduto nel contesto multinazionale dello Tzunami del 2004".
Clicca qui per guardare il video dove si svolge l'eserciazione.
Stilosi, made in Salento, capaci di regalare benessere psicofisico a chi li indossa. Sono i jeans Reiv, prodotti da un’azienda di Leverano, in provincia di Lecce, la Ispo International s.r.l., e in procinto di spiccare il volo per il “White”, rassegna fashion che si terrà a Milano, dove i nuovissimi pantaloni denim saranno presentati ai mercati internazionali, dal 27 al 29 febbraio.
Vari modelli di jeans, capaci di adattarsi perfettamente alla silhouette, ma in grado – soprattutto – di contribuire attivamente al miglioramento dello stato di salute di chi li indossa, grazie alla Tecnologia Fir: acronimo che sintetizza la definizione "Far Infrared Ray", ovvero “raggio infrarosso lontano”, raggio generatore di vita e fonte di energia diffusa per gli esseri viventi.
I primi studi sulla Tecnologia Fir nel 1960, ad opera della Nasa, che la utilizzò per le tute spaziali degli astronauti, per stimolare il funzionamento cardiovascolare in assenza di opportunità di esercizio fisico tradizionale. Dal 1980, invece, l’applicazione della fibra in molti altri campi, compresa appunto la creazione di tessuti capaci di migliorare le condizioni psicofisiche.
La tecnologia dei tessuti a infrarossi funziona come uno specchio reattivo che cattura le radiazioni termiche emesse dal calore corporeo e le utilizza per restituire energia all’organismo, con l’effetto di favorire la capacità di rigenerarsi di cellule e tessuti, la perdita di peso, i processi metabolici degli organi vitali e delle ghiandole endocrine, l’eliminazione delle tossine presenti sulla pelle.
Inoltre i raggi del lontano infrarosso sono attualmente oggetto di studio come terapia per artrite, spasmi muscolari, rigidità articolare, edema, ipertensione, malattie coronariche e per aumentare il flusso sanguigno, e presto potrebbero diventare anche il modo migliore per migliorare l’elasticità della pelle attraverso la produzione di collagene e una diminuzione della cellulite: insomma, favoriscono una bellezza globale del corpo attraverso una migliore circolazione sanguigna.
La collezione dei jeans Reiv, realizzati con questa tecnologia, è caratterizzata da un mood di ispirazione Seventies, che comprende modelli a zampa di elefante nei toni scuri tipici degli anni ’70 e denim con abrasioni, rotture e strappi rock, espressioni dell’animo ribelle dell’ultima parte di questi anni. Jeans che vanno dallo street-style al classico e all’utilissimo ultra-skinny, dal patchwork con ritagli e toppe dai toni in contrasto fino all’elegantissimo denim ricamato con pietre.
Jeans di grande interesse stilistico, la cui collezione è stata rivisitata e completata grazie all’apporto fondamentale della designer salentina Lorenza Durante, che ha donato ai capi, in collaborazione con il project manager Antonio Di Summa, un carattere deciso che non rinuncia però all’eleganza e al comfort. Con una certificazione d’eccezione: quella dell’Università di Bergamo e di Stefano Dotti, docente di Ingegneria delle Innovazioni, ad attestare che i jeans Reiv sono prodotti grazie alla tecnologia Fir.
Dopo aver girato in lungo e in largo il Salento, Matteo Greco con il suo libro “C’era infinite volte il Sud”, Il Raggio Verde edizioni, approda a Lecce venerdì 26 febbraio 2016.
Sarà una serata evento, quella in programma alle Officine culturali Ergot di Lecce (Piazzetta Ignazio Falconieri 1/b), che vedrà fondersi arte, letteratura e musica grazie alla partecipazione dell’illustratore Marco Cito, che per l’occasione presenterà le tavole originali che impreziosiscono il libro, dell’attrice Elisa Maggio protagonista con l’autore di un esclusivo reading letterario accompagnati dalle note del pianista Daniele Vitali.
Al giornalista Giuseppe Pascali de La Gazzetta del Mezzogiorno il compito di dialogare con l’autore Matteo Greco che, di recente, ha presentato in anteprima nazionale a Gagliano il progetto del Parco narrativo di Finis Terra finalizzato alla valorizzazione del patrimonio immateriale della terra di confine del Capo di Leuca. Un progetto che, per certi versi, è la naturale conseguenza di un lungo e meticoloso lavoro di ricerca, partito dapprima con l’ideazione della app “Sherazade” il cantastorie digitale che poi si è materializzato nelle pagine del libro, C’era infinite volte il Sud, che dà voce a personaggi veri e immaginari svelando le bellezze del territorio salentino. Un libro che non a caso apre la collana “In viaggio con Sherazade”, diretta per la casa editrice dallo stesso Matteo Greco, e nata dalla convinzione che siano le storie a riconsegnarci il significato di un luogo e di tutti gli usi e costumi in esso racchiusi, che sia una piazza, una chiesa, una masseria o il volto di un uomo o di una donna di ieri come di oggi. “Questo libro-cantastorie è scritto per coloro che davanti a un castello, un frantoio, un promontorio vorrebbero vedere le cose riaccadere, ed esserne gli eccezionali spettatori. Un libro per viaggiare - e vivere - in Salento con parole nuove, per tornare ad incantarsi, andando verso Sud”.
Il libro è strutturato in ventitré racconti e dieci lettere al turista, l’intento è raccontare in modo inedito il Salento, attraverso due itinerari che, lungo una direttrice di bellezza, incontrano: Gallipoli, Santa Maria di Leuca, Otranto, Galatina, Santa Cesarea Terme, Alessano. Gagliano del Capo, Cutrofiano, Zollino, Melpignano, Soleto, Sternatia, Martignano, Martano, Corigliano d'Otranto, Melendugno, Castrignano De' Greci. "C'era infinite volte il Sud - percorsi narrativi alla scoperta del Salento racchiude due libri in uno. Basta capovolgerlo per sfogliare le pagine tradotte in lingua inglese - da Maria Chiara Lino e Vito Panico con la revisione a cura di Georgeanne Kalweit - pensando ai turisti stranieri che sempre più numerosi scelgono di visitare il Tacco d'Italia. Infine, a rendere la pubblicazione ancora più preziosa, le tavole originali di Marco Cito che con il suo tratto ha dato un volto ai protagonisti di alcuni racconti.
La serata, con ingresso libero, avrà inizio alle ore 21.
Las Vegas - Iniziato oggi 24 febbraio e per tutta la settimana il 68° meeting scientifico della Accademia Americana delle Scienze Forensi. Sono presenti oltre tremila esperti tra medici legali, antropologi, biologi, psicologi e odontologi forensi, provenienti dai vari Stati americani ma anche da oltre 70 Paesi, Italia compresa. Si tratta di un’occasione annuale imperdibile per il confronto di esperienze maturate in casi giudiziari e in ricerche scientifiche attraverso la condivisione dei risultati. La indagini giudiziarie per assicurare i criminali alla Giustizia non sarebbero così efficaci senza il supporto degli strumenti e delle evidenze ottenute proprio dagli operatori delle scienze forensi, che possono rappresentare anche uno strumento di tutela e di protezione dei diritti umani. Basti pensare ai casi di violenza domestica, abuso sessuale, tortura e riconoscimento dei “corpi senza nome”, che, senza evidenze tecnico-forensi, resterebbero irrisolti.
Leggi tutto: L'Italia presente al 68° Meeting Annuale Accademia Americana delle Scienze Forensi
Las Vegas - Iniziato oggi 24 febbraio e per tutta la settimana il 68° meeting scientifico della Accademia Americana delle Scienze Forensi. Sono presenti oltre tremila esperti tra medici legali, antropologi, biologi, psicologi e odontologi forensi, provenienti dai vari Stati americani ma anche da oltre 70 Paesi, Italia compresa. Si tratta di un’occasione annuale imperdibile per il confronto di esperienze maturate in casi giudiziari e in ricerche scientifiche attraverso la condivisione dei risultati. La indagini giudiziarie per assicurare i criminali alla Giustizia non sarebbero così efficaci senza il supporto degli strumenti e delle evidenze ottenute proprio dagli operatori delle scienze forensi, che possono rappresentare anche uno strumento di tutela e di protezione dei diritti umani. Basti pensare ai casi di violenza domestica, abuso sessuale, tortura e riconoscimento dei “corpi senza nome”, che, senza evidenze tecnico-forensi, resterebbero irrisolti.
Quest’anno l’esperto in odontologia forense Emilio Nuzzolese (Bari), unico odontoiatra italiano fellow dell’Accademia Americana AAFS, introduce il gruppo di lavoro internazionale Odontologia Forense per i Diritti Umani (www.dentify.me), costituitosi lo scorso anno a Lione, proprio su proposta italiana durante il meeting Interpol sulle vittime dei disastri di massa. Il gruppo si compone di odontoiatri e igienisti dentali volontari di diverse nazionalità, rappresentando Paesi come Regno Unito, Spagna, USA, Svezia, Australia, Brasile, Arabia Saudita e Cina. Obiettivo integrare gli accertamenti odontologico-forensi a quelli medicolegali normalmente effettuati nei casi di stima dell’età dei minori e di identificazione di resti umani e soggetti scomparsi. “la dignità di una persona – dice il professor Nuzzolese - non si esaurisce nella vita e non svanisce con la morte. Svolgendo da oltre 5 anni il ruolo di perito volontario per l’associazione Penelope, che segue le famiglie delle persone scomparse, devo purtroppo segnalare che spesso il medico legale ignora l’autopsia orale e la radiologia dentale determinando ingiustificati ritardi nel processo di riconoscimento e conseguente prolungamento della sofferenza della famiglia della persona scomparsa”. In altre parole l’incompleta valutazione post mortem durante l’autopsia, deve essere considerata una violazione dei diritti umani in quanto comporta un prolungamento di questa condizione di incertezza e di lutto perenne oltre ad impedire la giusta sepoltura della salma nel rispetto del proprio credo religioso.
Nella sessione di odontologia forense del congresso a Las Vegas, gli odontoiatri Emilio Nuzzolese, Joe Adserias e Sakher AlQahtani (Italia, Spagna e Arabia Saudita), presenteranno anche una proposta tecnica legata ai flussi migratori, che solo nel 2015 sono stati circa 1,5 milioni. Questo flusso inarrestabile - destinato inesorabilmente a crescere - pone importanti sfide tra cui anche quella di salute pubblica. Nei loro sforzi per individuare e trattenere le persone che viaggiano senza documenti, gli Stati hanno infatti bisogno di esercitare i loro diritti legittimi e la propria sovranità, al fine di mantenere il controllo dei propri confini e di garantire la sicurezza nazionale. “il 99% dei migranti che sbarcano sulle coste italiane non hanno documenti e molti di loro si bruciano i polpastrelli per eliminare le impronte digitali. L’accertamento medico immediato potrebbe integrarsi con la visita odontoiatrica e la radiografia della bocca – aggiunge Nuzzolese – che permetterebbe la raccolta di preziose informazioni per l’identificazione e la stima dell’età per il più efficace controllo alle frontiere”.
La presentazione illustrerà i numeri e i benefici di un approccio sanitario che tenga conto anche dell’assistenza odontoiatrica ai migranti. Non è causale che proprio nel C.A.R.A. (Centro Accoglienza Richiedenti Asilo) di Bari-Palese è presente - fin dal 2010 - una poltrona odontoiatrica dell’Associazione di Volontariato SOPHI onlus (Solidarietà Odontoiatrica per l’Handicap e l’Infanzia).
“L’odontoiatria forense – spiega il professor Nuzzolese – in questi ultimi 15 anni si è evoluta notevolmente permettendo di raggiungere traguardi tecnici estremamente accurati ed affidabili, in vari ambiti come la stima dell’età dei minori, l’analisi di lesioni di morso umano e l’identificazione dei corpi senza nome. Basti pensare all’opportunità di effettuare rilievi radiologici digitali con strumenti portatili durante l’autopsia giudiziaria senza spostare la salma e con immagini precise e facilmente archiviabili. Ecco perché con la petizione n. 1113/2014 ho ritenuto urgente segnalare alla Commissione per le Petizioni dell’UE l’aggiornamento della raccomandazione (99)3 per armonizzare le procedure autoptiche dei corpi senza nome con la più giusta enfasi ai rilievi tecnici propri dell’odontoiatra con competenze nell’odontologia forense e nella identificazione delle vittime dei disastri di massa”.
Wine tasting a suon di jazz: è l’happy hour in programma venerdì 26 febbraio a Cantina Moros di Guagnano. Una selezione di musica jazz per una selezione enologica di altissimo livello: Suavemente, il bianco pluripremiato blend di Falanghina, Greco di Tufo e Fiano di Avellino, prodotto nella cantina campana Sanpaolo di Claudio Quarta; Sud Del Sud, la prestigiosa etichetta sponsor dell’US Lecce e il vino “democratico” Qu.ale .
Alla degustazione si potrà abbinare la visita della bottaia ipogea e del Museo del Simposio, con i pregiati reperti archeologici della storia del vino e della Galleria d’arte contemporanea con i numeri dipinti di Ercole Pignatelli. In abbinamento ai vini, verranno servite bontà gastronomiche ispirate alla cucina romana.
Durante la serata agli ospiti dell’happy hour sarà applicato un “happy price” per l’acquisto delle etichette proposte in degustazione
Ore 19-22. Costo € 15, Info e prenotazioni: 342.973.8931 - 0832.704.398
Posti limitati.
Cantina Moros è a Guagnano (LE) in via Provinciale, 222.