Non rimarrà dunque incompiuto il Museo archeologico di Taranto (MarTa): una nuova gara d’appalto lo vedrà infatti protagonista dopo che la Regione Puglia ha provveduto allo stanziamento di circa 2,5 milioni di euro provenienti dai fondi Por 2000-2006 destinati alla valorizzazione e alla tutela del patrimonio culturale pubblico. I fondi verranno utilizzati principalmente per il completamento del primo piano del museo e per le rifinuture delle sale espositive. Per il momento aperti al pubblico, ma ancora da ultimare, il piano terra e il primo piano mentre ancora cantiere è il secondo piano. Per completare il tutto servirebbero circa 6 milioni di euro.
“La sentenza della Corte Costituzionale che ha rigettato il ricorso di 10 Regioni (tra cui la Puglia e la Basilicata) avente ad oggetto la Legge delega del 2009 sull’energia elettrica nucleare appare in contraddizione con l’attuale sistema politico sempre più proiettato verso il federalismo e le autonomie dei territori”. E’ questo il commento del Presidente del Gruppo consiliare dell’Udc alla Regione Puglia, Salvatore Negro, alla notizia della sentenza della Consulta la quale ha affermato che la legge delega sul nucleare non appare in contrasto con il principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni.“Il nostro non è un ‘no al nucleare’, ma un ‘no al nucleare in Puglia’ – ha sottolineato Salvatore Negro – questo territorio ha già dato tanto e pagato un prezzo molto alto nella produzione dell’energia elettrica e l’ulteriore installazione di una centrale nucleare sarebbe in contrasto con le politiche di sviluppo del territorio nel settore del turismo e della valorizzazione dei beni culturali ed ambientali.


Segnaliamo un altro tipo di truffa che è tanto sconcertante tanto più si pensa che va a colpire una categoria di persone già spesso disagiate: gli immigrati. La denuncia è stata sporta in Questura da un cittadino indiano, onesto lavoratore, che camminava tranquillamente a piedi dopo aver ritirato il proprio stipendio per spedirne parte ai propri cari nel paese d’origine. Affiancato da un’autovettura scura veniva invitato a fermarsi da un sedicente agente di Polizia di Stato il quale dopo aver esibito un tesserino di piccole dimensioni ne chiedeva i documenti e pretendeva la consegna del portafogli. Dopo aver maneggiato il denaro e dichiarando pretestuosamente che le banconote fossero false faceva cadere il permesso di soggiorno, restituiva all’immigrato il portafoglio e si dileguava senza dare ulteriori spiegazioni.
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